Scritto dai fratelli Coen e diretto da nientepopodimeno che George Clooney, Suburbicon è un film del 2017 con protagonisti Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac. Alle redini della sua sesta regia, George Clooney mette in scena un noir dai toni crudi e avvincenti. Come ogni marchio di fabbrica Clooney il film ha una densa sfumatura politica. Si parla di razzismo, xenofobia, ma è solo un pretesto per introdurre una sceneggiatura molto più complessa e avvincente.
Trama di Suburbicon
Suburbicon è una città ideale con villette a schiera e cittadini modello. Siamo nel 1959, nella tranquilla e ridente cittadina (abitata da una buona fetta dell borghesia xenofoba statunitense) si trasferisce la prima famiglia di colore. Orrore, scandalo, paura. Le giornate trascorrono pressoché tranquille tra petizioni e raccolte firme per cacciarli dal paese, fino alla morte di Rose (Julianne Moore), moglie di Gardner Lodge (Matt Damon).
Conosciamo finalmente i nostri protagonisti. Rose viene trovata senza vita i benpensanti non perdono tempo ad incolpare la famiglia appena trasferitasi. La verità, però, è tutt’altra…
Ci sono delle immagini nel film che abbattono ogni frontiera della xenofobia. Molto spesso si vedono i bambini ( di entrambi i colori) giocare assieme, senza preoccupazioni per il colore della pelle. Questo è un grande insegnamento di vita, e una verità a metà. Durante l’infanzia non esistono costrizioni sociali o rigide distinzioni ‘razziali’ (se così vogliamo chiamarle), sono gli adulti a modificare il modus pensandi del bambino, introducendo paura, odio e istinti discriminatori.
George Clooney è, come sempre, una rivelazione. Dietro la macchina da presa risulta essere un grande e brillante regista. Ne avevamo avuto il sentore con Le idi di marzo (2011) e Monuments Men (2014), con Suburbicon ne abbiamo la certezza. Speriamo nel settimo film dell’attore americano.
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