Per aderire alla Nato, dopo un esame d’ingresso particolarmente restrittivo e più o meno lungo, c’è bisogno di superare una serie di tappe codificate che fanno da garanti per il controllo dei requisiti necessari per la sicurezza e la difesa collettiva dei suoi membri.

La domanda di adesione all’organizzazione politico-militare creata nel 1949 presentata da Svezia e Finlandia ha aperto una procedura che dovrebbe concludersi con l’ingresso dei due Paesi, da decenni neutri, nell’Alleanza Atlantica.

L’adesione alla Nato

Il caso della Svezia e della Finlandia non può dirsi standard, avendo i due Paesi già rapporti molto stretti con l’Alleanza Nato grazie alla partecipazione congiunta a missioni nei Balcani, in Afganistan, in Iraq ed altre ancora. Essendo poi membri dell’Unione Europea, Svezia e Finlandia usufruiscono inoltre della clausola di assistenza mutua, prevista dall’articolo 42-7, che li copre durante il processo di ratifica della loro adesione alla Nato prevedendo che gli Stati membri mettano a disposizione dell’Unione, per l’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune, capacità civili e militari per contribuire al conseguimento degli obiettivi definiti dal Consiglio.

Dopo che un Paese terzo prende la decisione di aderire, i membri della Nato sono chiamati ad accettare all’unanimità di invitarlo a raggiungerli. Oltre al parere favorevole all’unanimità, l’ingresso viene subordinato ad una serie di requisiti altri stabiliti dal Trattato del Nord Atlantico.

La procedura di adesione

L’articolo 10 della Nato recita che ogni Stato invitato può diventarne parte depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti d’America. Quest’ultimo informerà quindi ciascuna delle parti del deposito di ogni strumento di adesione.

L’invito da parte dei membri della Nato dà quindi il via a trattative di adesione con due riunioni, il cui scopo nel complesso è quello di dimostrare la rilevanza del contributo del futuro membro alla sicurezza collettiva e la sua competenza per integrare l’organizzazione. La prima riunione si svolge nella sede Nato di Bruxelles e prevede che il richiedente convinca i rappresentanti di tutti i 30 Paesi membri e gli esperti dell’Alleanza della sua capacità ad accettare “obblighi, impieghi politici, giuridici e militari contenuti nel Trattato di Washington e nello Studio del 1995 sull’argomento della Nato”. Successivamente la riunione si focalizza su questioni politiche, militari e di difesa, al solo fine di verificare che tutte le condizioni preliminari all’adesione siano rinite. La seconda riunione è invece di natura più tecnica e prevede il dibattimento di questioni giuridiche, di risorse e sicurezza, di protezione delle informazioni classificate. Scopo ulteriore di questo secondo incontro è quello di stabilire il contributo al bilancio comune, valutato sul peso economico del Paese richiedente rispetto a quello degli altri membri dell’Alleanza.

Completate questi prime fasi, il Paese candidato deve impegnarsi a compiere le riforme necessarie e deve indirizzare una “lettera di intenti” al Segretario generale della Nato, dal 2014 il politico norvegese Jens Stoltenberg. La lettera deve essere accompagnata da un “calendario di attuazione delle riforme”, che però può proseguire anche dopo l’adesione del Paese all’Alleanza. Nel caso specifico di Svezia e Finlandia, i due Paesi hanno annunciato importanti investimenti militari già dall’inizio della guerra in Ucraina.

La ratifica finale

Tappa finale del giro di procedure è la ratifica del protocollo di adesione da parte di ciascun Stato membro della Nato. Ogni membro dell’Alleanza è a questo punto chiamato a trasmettere l’accettazione del nuovo membro al governo degli Stati Uniti d’America, sempre in qualità di depositario del Trattato del Nord Atlantico.

Questo documento diventa allora un emendamento o un’aggiunta al Trattato di Washington, con sentendo ufficialmente al Paese ospite di diventare parte integrante. La procedura di ratifica differisce per ogni Stato: per esempio, mentre negli USA serve una maggioranza dei due terzi del Senato, nel Regno Unito non è necessario il voto del Parlamento. Dal momento dell’adesione ufficiale alla Nato, ogni articolo dell’Alleanza viene applicato al nuovo Paese.

Per la Macedonia del Nord, trentesimo Paese aderente, il processo di ingresso è durato un anno. Nel caso di Svezia e Finlandia però i tempi di ingresso nella Nato potrebbero essere accelerati. Il Segretario generale della Nato Stoltenberg ha infatti promesso un processo di adesione rapido ed anche soluzioni per rispondere a preoccupazioni di sicurezza anche tra l’atto di candidatura e la finalizzazione dell’adesione.

Ginevra Mattei

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