Ancora nessuna notizia della piccola Tenè Mane, scomparsa da 50 giorni da Corato, in Puglia. La piccola di 2 anni e mezzo viveva con la famiglia affidataria nel piccolo comune pugliese ma vedeva regolarmente i genitori naturali: il padre Ibrahima e la madre Jacob avevano deciso di darla in adozione di comune accordo. Poi, però, qualcosa si è spezzato: la bimba avrebbe dovuto tornare dai genitori affidatari il 27 agosto dopo aver visto la madre biologica. Le due però non si sono mai presentate all’appuntamento e da allora genitori affidatari e forze dell’ordine non hanno avuto più loro notizie. Mamma e figlia sono state avvistate lo scorso 27 agosto l’ultima volta, giorno della scomparsa.
Jacob e sua figlia sono state viste a Carovigno, il comune dove la donna risiede. Da lì avrebbe dovuto poi accompagnare la bimba a Bari, ma questo non è mai accaduto. Risultano alcuni acquisti effettuati con la Postepay della bimba proprio il giorno della scomparsa, ma da allora nessun altro movimento bancario ha permesso di capire dove si trovassero le due.
Secondo gli inquirenti, potrebbe esser successo loro qualcosa. Le forze dell’ordine cercano indizi nella vita di Jacob per capire se avesse qualche nemico: tutto quello che per ora si sa di lei, riguarda la relazione burrascosa con il padre di Tené, Ibrahima, e la conseguente decisione di dare la piccola in affidamento. “Lei ha dimostrato di non potersi prendere cura della bimba” ha spiegato l’uomo in un appello per le ricerche. “Tené è la mia unica figlia, mi manca e ho paura che le sia successo qualcosa. Farei qualsiasi cosa per poterla riabbracciare”.
Dopo l’apertura di un’inchiesta sulla scomparsa della bambina, le forze dell’ordine avrebbero sentito le testimonianze di alcune persone che hanno confermato di aver visto Tené con sua madre Jacob il 27 agosto. Le due, secondo quanto raccontato dai testimoni, sembravano impegnate in una normale giornata insieme.
Ibrahima risponde fermo e sicuro alle domande che gli vengono poste ma, nel suo sguardo, si legge la preoccupazione che da un mese lo sta consumando per la scomparsa della figlia Tenè Mane, dissolta nel nulla dopo l’incontro con la madre biologica a fine agosto. «Non abbiamo sue notizie», spiega il padre biologico della bimba che, più volte, lancia un appello affinché si continui a cercare. Ibrahima ha 28 anni e viene da Ziguinchor, grande città sul fiume Casamance, nel sud del Senegal. Ricorda ancora la data dell’arrivo in Italia, su un barcone, attraverso la Libia: il 5 settembre 2015. Fino al 2018 ha vissuto nel centro di accoglienza di via De Nicola (poi chiuso), prima di stabilirsi per conto suo, grazie anche al lavoro che dal 2016 ha sempre svolto nelle campagne della città, come contadino.
Il quadro della situazione attuale lo disegna il legale dell’uomo, l’avvocato Tiziana Tandoi. «Quando Ibrahima è tornato dal Senegal, alla denuncia di Luciana Tedeschi, in quel momento collocataria della bimba, è seguita una nuova denuncia querela per sottrazione di minore, indirizzata alla Procura di Brindisi. Successivamente abbiamo fatto due integrazioni di querela: dalla carta di Ibrahima erano stati fatti degli acquisti, presumibilmente da parte della ex compagna e mamma biologica di Tenè. Siccome sono decorsi trenta giorni da quando la signora Docas si è allontanata con la bambina, stiamo per depositare una denuncia per scomparsa. Temiamo che sia la madre che la figlia possano essere in pericolo, quindi chiediamo che vengano attivati tutti i canali disponibili per la ricerca. Fino ad oggi non abbiamo notizie certe su Tenè e Jacob, sua madre. Ci siamo anche attivati con la comunità africana affinché ci aiutino a ritrovarle».