I familiari delle vittime del terremoto de L’Aquila avvenuto circa 15 anni fa non avranno nessun risarcimento e dovranno pagare le spese legali. A deciderlo è stata la Corte d’Appello secondo la quale i 7 studenti morti nel sisma sarebbero deceduti per colpa di loro “comportamenti incauti”. Secondo i giudici, i 7 ragazzi assunsero una “condotta incauta” la notte del sisma rimanendo a dormire nelle loro case. Ifamiliari delle giovani vittime non solo non avranno alcun risarcimento, avendo i loro cari assunto una “condotta incauta”, ma dovranno anche pagare le spese legali, quasi 14mila euro.
La Corte d’Appello dell”Aquila ha respinto sette ricorsi delle parti civili, confermando la sentenza di primo grado risalente all’aprile 2022 riguardo il crollo dell’edificio in via Gabriele D’Annunzio 14, nel centro storico del capoluogo della Regione Abruzzo, dove ci furono 13 vittime.
Terremoto L’Aquila: Niente risarcimento per le famiglie dei 7 studenti morti sotto le macerie
Secondo i giudici, le cause sono da ricercare nelle decisioni dei ragazzi assolvendo da ogni colpa, come in primo grado, la Commissione Grandi Rischi che si era riunita all’Aquila il 31 marzo del 2009, cinque giorni prima del tragico sisma, lanciando messaggi rassicuranti. Sulla vicenda il Tribunale dell’Aquila aveva prima condannato a sei anni i sette scienziati che avevano partecipato alla riunione, per poi assolverli in appello ad eccezione di Bernardo De Bernardinis, l’allora vicecapo della Protezione civile, la cui condanna a due anni è stata confermata anche in Cassazione.
“Una sentenza disumana, come possono dare la colpa a sette ragazzi che sono morti tra le macerie?”. A parlare è Sergio Bianchi, padre di Nicola (22 anni) una delle vittime del sisma de L’aquila, a poche ore dalla sentenza della Corte d’Appello che ha negato il risarcimento per i familiari di sette vittime (tutti studenti) poiché questi ultimi hanno assunto una “condotta incauta”.
Alessandro Libianchi
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