Alcuni degli uomini di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre in Israele potrebbero essere stati sotto effetto di una droga sintetica. La televisione commerciale di Tel Aviv Channel 12 ha diffuso la notizia che nel sangue dei terroristi catturati dalle Idf sarebbero state rilevate tracce di Captagon, nota anche come “la cocaina dei poveri”. 

Pillole di questo narcotico sono state trovare anche nelle tasche dei membri dell’organizzazione terroristica morti nei combattimenti. In passato questa droga, prodotta in Libano e Siria, è stata utilizzata anche dall’Isis. Siringhe con tracce di Captagon sono state trovate nella casa di uno degli attentatori di Parigi e il narcotico è stato rilevato anche nel sangue di uno dei terroristi colpevoli dell’attacco a Susa, in Tunisia nel 2015.

Che cosa è il Captagon, la droga della Jihad

Si tratta di un cloridrato di fenetillina, un composto di anfetamina e altre sostanze stimolanti da decenni diffuso nei Paesi del Golfo e divenuto la “droga della Jihad”. Tra i suoi effetti, vi sono la perdita di giudizioresistenza alla faticaeuforia e abbandono di ogni inibizione. Chi assume una di queste pasticche, vendute dai 5 ai 20 dollari a dose, può non mangiare o dormire per giorni e viene pervaso da un senso di invincibilità. Questa anfetamina però si può anche iniettare. Siringhe con tracce di Captagon infatti sono state trovate nelle case di attentatori anche in Europa.La sostanza, che spesso viene mescolata alla caffeina, era nel sangue degli attentatori di Parigi del 2015 e di Seifeddine Rezgui, uno degli autori dell’attentato sulla spiaggia in Tunisia del 26 giugno 2015 dove morirono 39 persone. Secondo alcuni report i curdi ne hanno trovato gradi quantita’ nelle postazioni dell’Isis.

L’amfetamina è uno stimolante del sistema nervoso centrale, che causa ipertensione e tachicardia. Gli effetti dopo l’assunzione orale si hanno a distanza di 30 minuti e durano molte ore.

Il Captagon è prodotto soprattutto in Siria e Libano, mentre l’Europa è un punto chiave di trasbordo, tanto da preoccupare non poco le autorità europee. Transita per il Libano arrivando in Europa, per essere poi inviata in Arabia Saudita e nei Paesi del Golfo, principali piazze di spaccio e di consumo. Lo conferma l’Osservatorio europeo delle droghe, che ritiene che i gruppi armati legati al regime siriano in Libano e nella stessa Siria svolgano un ruolo nel commercio di questa sostanza. Diffuso fra i miliziani dello Stato Islamico, negli ultimi anni muoverebbe in Medio-Oriente (meno diffusa in Europa) un business di 10 miliardi di dollari l’anno. Un traffico che sta aiutando soprattutto le casse del regime siriano.