Il rischio di una terza guerra mondiale è ancora presente dopo le nuove accuse fra Russia e USA.
Segnali terza guerra mondiale dall’Ucraina
L’ambasciatrice USA all’ONU, nei giorni scorsi, ha chiaramente parlato di un’invasione imminente dell’Ucrainada parte della Russia.
D’altra parte, l’esercito ucraino ha dichiarato:
“Le forze separatiste appoggiate dalla Russia nell’Ucraina orientale hanno sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk”.
Dei piccoli segnali di guerra vengono anche da Kiev.
Infatti, dopo le ore 13 di ieri, è stato segnalato del fumo proveniente dall’ambasciata russa nella Capitale.
Secondo l’account twitter Terror Alarm, fonti di intelligence militare Ucraina affermano:
“Il fumo proveniente dall’ambasciata russa è dovuto all’azione dei diplomatici russi, che stanno bruciando documenti segreti e incriminanti in previsione di un’invasione su vasta scala fatta da Putin, che li vedrebbe espulsi dal territorio”.
Nel frattempo il presidente ucraino Zelensky ha ribadito la sua piena fiducia nel processo di integrazione con la Nato:
“L’adesione alla Nato è una garanzia di sicurezza, quindi come possiamo scegliere qualsiasi altra strada? Per noi è la garanzia per non perdere la nostra indipendenza. Per me, come presidente, la cosa più importante in questo percorso è non perdere il mio Paese”.
Le parole di Draghi
Il premier Mario Draghi, uscendo dal Consiglio Ue informale sulla crisi Ucraina, ha dichiarato:
“Per il momento episodi di de escalation sul terreno non si sono visti. L’obiettivo è ora far sedere al tavolo il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Italia sta facendo il possibile per sostenere questa direzione”.
Per Draghi serve proseguire nella strategia della deterrenza ferma, senza mostrarsi deboli.
Ha poi sottolineato come la Russia sia rimasta colpita dall’unità dimostrata finora dalla Nato:
“Avremmo potuto dividerci perché ad esempio nella Nato ci sono tantissimi Paesi non solo quello che viene definito Occidente. Non possiamo rinunciare ai principi fondanti dell’Alleanza”.
Accuse Russia-USA e rischio terza guerra mondiale
La crisi in Ucraina mostra lo scontro sempre più serrato tra USA e Russia, con l’ultimo scambio avvenuto proprio ieri mattina.
Il presidente degli USA Biden continua a non fidarsi appieno del ritiro russo e minaccia potenziali attacchi di Mosca contro Kiev da un momento all’altro.
Per il terzo giorno consecutivo la Russia ha annunciato un nuovo ritiro delle forze al confine con l’Ucraina, in risposta alle accuse di “falsa de-escalation” piovute mercoledì da Washington.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato:
“Nuove unità corazzate del Distretto militare occidentale hanno iniziato a ritirarsi da un’area vicino al confine con l’Ucraina per rientrare nelle loro caserme”.
Di contro, il Pentagono ha fatto sapere di come in realtà il numero di truppe russe al confine sia aumentato di 7mila unità nei soli ultimi giorni.
Secondo gli Stati Uniti, Putin da un lato apre al negoziato ma dall’altro prosegue la sua strategia da terza guerra mondiale.
Per questo il comunicato dalla Difesa USA recita:
“Ogni elemento raccolto indica la loro volontà di offrirsi in pubblico di parlare, rivendicare una de-escalation mobilitandosi intanto in privato per la guerra. La Russia potrebbe avanzare un falso pretesto in qualsiasi momento per giustificare un’invasione dell’Ucraina”.
Di Maio a Mosca
In questo scenario prosegue il viaggio diplomatico del Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.
Dopo Kiev negli scorsi giorni, infatti, ieri c’è stato l’incontro con l’omologo russo Sergei Lavrov.
Nella conferenza stampa congiunta al termine del bilaterale, l’ex leader M5s ha spiegato:
“Con il ministro Lavrov stiamo coordinando la data per un incontro tra Draghi e Putin. Alla luce di quanto riferitomi martedì a Kiev dal ministro Kuleba e oggi dal ministro Lavrov, c’è dunque la disponibilità da entrambe le parti a trovare una soluzione diplomatica”.
Per il responsabile della Farnesina:
“Ad oggi deve continuare a prevalere la diplomazia, il buon senso, la strada maestra per evitare un conflitto che potrebbe generare conseguenze devastanti per l’intero Continente”.
La Russia ha chiesto all’Italia di non accettare eventuali sanzioni internazionali contro la Russia.
Questa richiesta nasce soprattutto in forza dello storico rapporto di reciproca partnership commerciale, economica e politica.
Durante la conferenza stampa, il Ministro di Putin ha annunciato:
“In giornata invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”.
Il Donbass
Risulta importante anche ciò che è successo in Donbass, la regione che ospita le due repubbliche “separatiste” in mano alla Russia dopo la guerra con l’Ucraina del 2014.
L’Ucraina ha respinto le accuse dei separatisti filo-russi secondo cui l’esercito di Kiev avrebbe lanciato attacchicon colpi di mortaio nell’est del Paese.
Di contro, circolano foto e video choc di scuole e asili attaccati dai separatisti.
Il Ministro degli Esteri ucraino ha accusato direttamente Mosca dell’attacco:
“Il villaggio di Stanytsia Luhanska è stato bombardato con armi pesanti dal territorio occupato del Donbas. Infrastrutture civili danneggiate.Chiediamo a tutti i partner di condannare rapidamente grave violazione accordi di Minsk da parte della Russia”.