
Test Qatar, i primi passi dei “rookie” nella MotoGP
Con i Test del Qatar l’avventura in MotoGP di Enea Bastianini, Jorge Martin e Luca Marini è ufficialmente partita. Il lavoro è appena iniziato, ma i tre rookie della classe regina -oggi al loro quinto giorno di test a Losail- stanno iniziando a prendere la giusta confidenza in vista dell’inizio del Mondiale 2021. Scopriamo insieme come si stanno comportando queste tre giovani promesse e le loro sensazioni, emozioni e difficoltà nel debutto in MotoGP.
Bastianini il più veloce: “Ho scoperto il 20% del potenziale”
Fino ad ora Enea Bastianini si è dimostrato il più veloce tra i nuovi approdati in MotoGP. Con il tempo di 1:54.738 nella giornata di ieri, il pilota del team Ducati Esponsorama Avintia è stato l’unico, tra i debuttanti, a scendere sotto il muro dell’ 1:55 anche se la top 10 è ancora lontana. Nella giornata di ieri, il Bestia ha chiuso la prova a corno al 14esimo posto riducendo il distacco dal leader Jack Miller a 1.555 secondi. Il lavoro da fare è ancora molto, ma il campione della Moto2 sta dimostrando la sua ottima forma e una grande abilità nell’adattarsi al nuovo mondo della MotoGP. Fino ad oggi un bilancio positivo per Enea che, al microfono dei colleghi di Moto.it, si dice contento dei risultati raggiunti e determinato a migliorare prima di scendere in pista per l’avvio del Mondiale.
“In MotoGP c’è tantissima tecnologia, non sarà semplice impararla tutta. La moto va fortissimo, la velocità del cambio è incredibile, la frenata pazzesca. Con l’elettronica si può fare tutto: per il momento avrò scoperto il 20% del suo potenziale. Puoi sistemare l’elettronica curva per curva e bastano due o tre gradi per cambiare la reazione della moto: ancora non la conosco bene. Anche dentro al box il lavoro è completamente differente. Con Alberto Giribuola (capo tecnico) mi sono trovato subito bene: mi ha spiegato la MotoGP lasciandomi però il mio metodo.”

“Nei prossimi giorni voglio riuscire a sciogliermi e fare tanti giri consecutivi, imparare di più dai piloti Ducati più esperti. Sono messo bene in frenata, mentre sono troppo aggressivo in uscita con la gestione del gas: non riesco a far scivolare la moto appoggiandomi all’elettronica. Deve essere un balletto, guidarla pulito, ma deciso quando apri il gas. Sono un po’ in difficoltà nel T2 e nel T3, dove ci sono i curvoni più veloci. Ci vorrà del tempo prima di arrivare nei primi cinque. La gara non mi spaventa, credo che capiremo tante cose. Obiettivo: finire il GP e prendere un punticino”.
Jorge Martin: “La differenza è grandissima”
Il salto di categoria e la differenza con le classi inferiori è stata sentita anche dal nuovo pilota di Ducati Pramac: Jorge Martin. Anche se il passo del campione della Moto3 è ancora relativamente lento, lo spagnolo migliora a vista d’occhio arrivando a girare in 1:55.010 . Anche per Martin, fin qui soddisfatto del lavoro svolto, la sfida è appena iniziato e migliorare la confidenza con la sua nuova Ducati sarà l’obiettivo principale in questi ultimi giorni di test in Qatar.
“Il primo turno è stato bellissimo, incredibile: la moto è completamente differente da tutte le altre che avevo guidato nella mia vita. Arrivare a 350 km/h e fermarsi in 150 metri è qualcosa di pazzesco. Noi test precedenti ho fatto dei passi in avanti solidi, sempre capendo i miglioramenti fatti. Ducati è una bella moto, fa tutto quello che mi serve. Devo lavorare sul mio stile, sono molto carico per i prossimi test. Devo capire meglio la gomma anteriore, ci vuole un po’ di tempo. Grandissima differenza con la Moto2, soprattutto in frenata e in accelerazione. Negli scorsi test non abbiamo mai fatto modifiche, nei prossimi giorni devo modificare un po’ lo stile di guida, fare più giri consecutivi, provare a fare un “time attack”, ma sono soddisfatto del mio passo”.

Jorge spende poi alcune parole in ricordo dello scomparso mentore Fausto Gresini: punto fermo nel percorso di crescita del giovane spagnolo e compagno di mille avventure, non per ultima la conquista del Mondiale Moto3 nel 20018.
“Ho lavorato tanto per arrivare in MotoGP , se sono qui è perché me lo sono meritato. Grazie a Fausto Gresini, mi ha preso quando nessuno mi voleva: mi ha regalato la Moto3 con la quale ho vinto il titolo. Lo ricorderò per sempre con tanto amore. Obiettivo prima gara: finire a punti”.
Luca Marini: “Pensavo fosse un po’ più complicato”
Ultimo dei debuttanti, ma non per importanza, il rookie di Ducati Esponsorama: Luca Marini. Giornate di test positive anche per il vice-campione della Moto2 che inizia ad adattarsi bene, e velocemente, alla MotoGP. Nelle prove di ieri, Marini ha chiuso la giornata con il cronometro a 1:55.328 e il 22esimo tempo in classifica. La sua soddisfazione maggiore però è quella di aver risolto alcuni problemi rimasti dai precedenti test e di aver migliorato ancora il suo adattamento alla nuova moto.
“Oggi è stata un’altra giornata positiva, perché abbiamo lavorato un po’ di più sul setup e con le gomme usate per il passo gara. Alla fine ho anche fatto un long run di 10 giri per vedere come crollavano le gomme e come potessi gestire questo crollo con l’elettronica e lo stile di guida. Il passo era buono quindi sono molto contento. Mi sento meglio sulla moto, capisco meglio tutto, inizio a sentire di più le gomme e questo è molto buono. Onestamente pensavo fosse un po’ più complicato per me, soprattutto per il tempo sul giro. Il mio crono non è male, ma il passo in particolare è buono. Mi aspettavo un gap maggiore dai piloti davanti e questo mi rende felice. Sono orgoglioso della mia prestazione”.

“Abbiamo programmato il time attack per il terzo giorno e proveremo due gomme come in qualifica, utilizzando 30 minuti per fare un giro veloce. Devo ridurre la mia velocità a metà curva per far girare la moto. Ho provato a cambiare qualcosa nello stile, usando più il freno posteriore o entrando più aggressivo per provare a scivolare, ma con la gomma usata non è facile. Proveremo qualcosa nel setup per aiutarmi in questa area”.
I problemi da sistemare però sono ancora molti, primo tra tutti: la posizione in sella.
“Sulla posizione in sella dobbiamo lavorare un altro po’. Manca solo l’ultima cosa che i miei meccanici stanno cercando di farmi provare per i prossimi due giorni, vediamo se ci riusciamo. La proveremo anche il venerdì di Qatar 1 e capiremo cosa fare quando torniamo a casa. È qualcosa per avere più appoggio, sto molto fuori e a volte non capisco cosa fa la gomma posteriore. Per il resto abbiamo risolto tutto e sono contento. Fisicamente sto bene, pensavo peggio, questi giorni mi sono serviti per recuperare e siamo ripartiti al 100%. Adesso che ho imparato come guidare meglio la moto faccio meno fatica”.
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Alberto Gelmi