Quando il conflitto tra convinzioni religiose e scienza medica si fa teso, a rischiare la vita è una bambina di quasi 10 mesi.

Legnano– È stata necessaria una telefonata al pm di Milano per permettere una trasfusione di sangue per una bambina di appena 10 mesi. Il mancato consenso proveniva dai genitori che, in quanto Testimoni di Geova, si sono opposti all’intervento affermando che la loro fede non permette l’operazione. La neonata è stata salvata grazie alla mediazione dei carabinieri e al contatto con l’ufficio del pm, che ha momentaneamente sospeso la potestà genitoriale autorizzando a procedere. 

fonte: il Meridiano News

Il Fatto

È in provincia di Varese che si svolge il fatto: la  mattina di martedì la bambina è a casa con i suoi genitori: cade e batte la testa. Un episodio frequentissimo per ogni famiglia e che, se vogliamo, può sembrare nulla di grave e un fatto tranquillamente risolvibile. I genitori -italiani di circa quarant’anni-, infatti, non si recano immediatamente in ospedale, perché la piccola non sembra presentare alcun sintomo preoccupante. È nel pomeriggio che la situazione cambia e inizia a prendere una piega a dir poco drammatica: inizia a tossire, sudare e vomitare.

Così i genitori si precipitano al pronto soccorso più vicino, quello di Gallarate, dove vengono eseguiti i primi accertamenti, in seguito ai quali la piccola paziente viene trasferita a Legnano. Qui, però, risulta che la bambina presenta una commozione cerebrale e un versamento alla testa, che rende necessaria un’operazione d’urgenza che implica una trasfusione di sangue. Ed è qui che si palesa il punto di rottura della situazione: per procedere ai medici serve l’autorizzazione dei genitori, che però sono Testimoni di Geova e, in quanto tali, non ammettono le trasfusioni di sangue. 

Perché i Testimoni di Geova non ammettono le trasfusioni

La questione, per i fedeli del movimento restaurazionista che pratica il Cristianesimo del I secolo, ha origine dal comando biblico di “astenersi dal sangue”. In due libri in particolare del Nuovo e del Vecchio Testamento (Genesi e Levitico) il concetto è espresso chiaramente.

<<Non dovete mangiare il sangue di nessuna sorta di carne, perché l’anima di ogni sorta di carne è il suo sangue. Chiunque lo mangi sarà stroncato”. Agli occhi di Dio l’anima, o vita, è nel sangue e gli appartiene. Benché venisse data solo alla nazione di Israele, questa legge indicava che per Dio mangiare sangue era una cosa molto grave.>> (Levitico 17:14). Si evince, dunque, che secondo questa credenza mangiare o immettere nel proprio corpo del sangue è peccato, poiché da Dio è considerato qualcosa di sacro.

Tuttavia, è importante ricordare che i Testimoni di Geova non sono per questo contrari all’intervento medico. La loro religione non impedisce loro di ricorrere alle cure necessarie, semplicemente preferiscono ricorrere a terapie senza sangue, sperimentate principalmente per venire incontro ai pazienti Testimoni. Sfortunatamente, nel caso di questa famiglia, non c’era alcuna scelta e la trasfusione era l’unica soluzione per salvare la vita della bambina. È una delle tante situazioni in cui il conflitto religione-scienza ha messo a grave rischio la sopravvivenza di un paziente.

Com’è andata a finire

I medici tentano in ogni modo di far ragionare i due, facendo loro presente che la trasfusione è di vitale importanza per la vita della figlia, che il loro consenso non solo è cruciale e necessario, ma davvero urgente e che, purtroppo, non esistono alternative. La posizione dei due, nonostante gli sforzi, è stata irremovibile: per loro la fede non poteva essere contaminata dalla scienza medica. La situazione si fa così tesa che i dottori si vedono costretti a chiamare i carabinieri, che si presentano poco dopo.

Appurata la gravità del fatto, si apprestano a contattare il pm a Milano, che procede all’immediata (e temporanea) sospensione della potestà genitoriale. In questo modo è egli stesso ad autorizzare l’operazione e a permettere la trasfusione che, grazie alla professionalità dello staff medico dell’ospedale, ha salvato la vita della bambina.