The Bold Type è la nuova serie Netflix dedicata alla moda. Le prime tre stagioni sono già disponibili sulla piattaforma mentre la quarta e ultima è appena andata in onda su Premium Stories. Il titolo della serie ha un doppio significato. Da un lato vuol dire “ragazze toste”, dall’altro è il formato “grassetto” con cui si scrive. Il motivo è semplice: le tre giovani protagoniste lavorano tutte nel campo dell’editoria, per un magazine femminile diretto da una donna con lo sguardo al futuro.
The Bold Type: la trama
Si parla di moda e non a caso questo tris di colleghe/amiche si riunisce in gran segreto nell’armadio della redazione di Scarlet. Le protagoniste indossano stili diversi, ma tutti all’ultimo grido, e arrivano in ufficio come se sfilassero in passerella. Diverse per origine, inclinazioni sessuali e background, condividono però un sogno: raccontare storie attraverso abiti e parole. La storia prende ispirazione dall’esperienza di Joanna Coles, ex caporedattore di Cosmopolitan.
Le protagoniste: Jane, Kat e Sutton
Jane (Katie Stevens di “Faking It”) è una giovane reporter alla ricerca dello scoop perfetto, che vive con lo spauracchio d’ereditare la malattia genetica che ha stroncato la madre da giovane. S’innamora difficilmente e quando accade punta sul tipico incontro-scontro, come Ryan (Dan Jeannotte), un collega che dà l’idea di essere maschilista e cinica.
Kat (Aisha Dee) ha nelle sue mani i social media del magazine e fa di tutto per affrontare argomenti socialmente rilevanti. È la prima donna, gay e black in un ruolo del genere e cerca di trovare a tutti i costi la propria voce. A cambiarle la vita ci pensa Adena El-Amin (Nikohl Boosheri), una fotografa musulmana poco convenzionale.
Sutton (Meghann Fahy) vuole diventare una stilista, ma all’inizio delle vicende è relegata al ruolo di assistente della direttrice. Piano piano riesce a dimostrare il suo valore, pur facendo moltissimi errori. S’innamora di uno degli uomini più potenti della società, Richard (Sam Page), il che rende la loro relazione clandestina a tratti elettrizzanti, ma anche pericolosissima.
Oltre il glamour
Non solo tacchi e rossetti, però. Questa serie ha si un’anima glamour fortissima ma riesce a spingersi anche oltre. Racconta un luogo di lavoro ideale, che ha contrasti e contraddizioni, ma è anche capace di incoraggiare il talento senza pregiudizi e discriminazioni. Ricorda un po’ Sex and the City e un po’ il film 30 anni in un secondo con Jennifer Garner. La serie sa mescolare stile, leggerezza, sorellanza e anche questioni più delicate, intime… quel genere di tabù che fanno paura. Dalla disabilità alla violenza di genere, dalla mascolinità tossica alla prevenzione, dalle credenze religiose al potere dei social media. Gli argomenti delle varie puntate sono incorniciati dalla versatilità della moda, con tutti i suoi capricci e divismi, ma arrivano sicuramente dritti al cuore.
Gaia Radino