Dolores e co tornano sulle scene, dopo cinque anni di silenzio. E’ Something Else, la nuova creatura data alla luce dalla band di Limerick, che dal titolo ci fa tornare alla mente quello del primissimo Everybody Is Doing It, So Why Can’t We? del 1993.
Altro collegamento agli anni novanta, è la foto di copertina, per la quale è stato ingaggiato lo stesso fotografo del primo album, Andy Earl del quale Dolores afferma: “E’ stato bello vederlo di nuovo. Ci siamo seduti nello stesso posto e ha scattato. Il passato e il presente si sono uniti”.
Sono passati ventiquattro anni, ed i Cranberries hanno raggiunto il successo mondiale con i loro brani come Zombie entrati nella storia del pop rock, brevettando il loro genere, marchio di fabbrica che li contraddistingue. L’inizio degli anni duemila ha preservato alti e bassi, con la fatidica “pausa di riflessione” durante la quale Dolores si è dedicata alla sua carriera solista (Are You Listening arriva nel 2007 ed è seguito da No Baggage due anni dopo) per poi ripartire, mettere i cocci di un vaso che non è stato difficile da ricomporre. La data zero è il 2012, anno di Roses, seguito da un tour mondiale. Ed eccoci ai giorni nostri, quindi ad approcciarci all’ascolto di queste tredici tracce.
E’ notte fonda ma da curiosa della musica e dei Cranberries, non ho resistito a cliccare play e dedicargli cinquantaquattro minuti. Ci troviamo di fronte ad una raccolta, nella quale i loro brani più famosi sono stati riarrangiati in chiave acustica-orchestrale. Tre sono gli inediti all’interno: il singolo Why (del quale ne parleremo più in avanti) , The Glory e Rupture: Dolores racconta che questa traccia è come «Un brano che parla di depressione, di essere in quel buco nero e la difficoltà ad uscirne» sensazione che pervade nell’ascolto, durante il suo incedere ubriacante e su The Glory,
«Stavo cercando di pensare al fatto che c’è sempre speranza, c’è sempre una luce alla fine del tunnel, non importa quanto la vita possa essere oscura» brano scritto durante le prove con la Irish Chamber Orchestra per un concerto del 2014 a Limerick «Può essere difficile a volte, ma si deve cercare la luce e il positivo nelle cose».
Linger è la prima della tracklist, e colpisce immediatamente il connubio archi e chitarre acustiche che accompagna la voce di Dolores in uno dei pezzi più delicati ed eterei della loro produzione, e si vola già molto in alto. Brani come la stupenda When Your Gone rinascono in questa veste, regalando una seconda vita a questa ballad tratta da To The Faithful Departed o la batteria di Fergal Lawler, base groove di Dreams, smontata per essere sostituita da un’aria realizzata dagli archi, che regala immagini bucoliche, le stesse che riusciva a suscitarmi la versione originale. Ho sempre immaginato la band suonare questa canzone in una prato, con le vibrazioni della musica inebriate di fragranze di fiori appena colti, mentre soffia un timido venticello.
Torniamo anche su Zombie, che viene messa a nudo dal suo caratteristico giro di basso, ma mantiene comunque una sua personalità forte, che si appoggia anche sul testo importante. Canzoni che per la sottoscritta sono la colonna sonora dell’adolescenza, alle quali sono legata in maniera viscerale, in particolar modo per l’aura magica sprigionata dalla voce di Dolores, che non viene assolutamente scalfita dall’avanzare del tempo, ma anzi continua a rimanere la stessa della poco più che ventenne irlandese di ventiquattro anni fa, agli inizia della sua avventura con la band. Termina anche l’ultima traccia, il singolo Why che chiude la mia ora di ascolto, brano che si incastra perfettamente tra le grandi perle del gruppo di Limerick: un dialogo tra la cantante e qualcuno lassù in cielo:
Tell me can you hear me I’m calling Tell me you can hear me don’t cry Tell me that you’re not feeling lonely
Somewhere in between where and why
Album così fanno bene allo spirito, alla mente ed al cuore, rendiamo grazie a Dolores, ai fratelli Hogan e Fergal per aver realizzato Something Else, una torta ben farcita e bella da vedere, che al primo morso ti conquista già. voto 7,5. Poteva essere un otto pieno, se la band avesse osato ancora di più, inserendo canzoni come Salvation, This Is The Day o Time Is Ticking Out, che potevano essere scardinate dalle loro chitarre portanti, elevando il livello ancora di un’altra spanna.
Tracklist:
1.Linger
2.The Glory
3.Dreams
4.When You’re Gone
5.Zombie
6.Ridiculous Thoughts
7.Rupture
8.Ode To My Family
9.Free To Decide
10.Just My Imagination
11Animal Instinct
12You & Me
13.Why
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Nicky Abrami