Il celebre film “The Doors”, del regista Oliver Stone, uscito nell’anno, ha raccontato abilmente la storia della nota band californiana in cui cantava Jim Morrison, riscuotendo un successo che ancora, a distanza di 24 anni, continua a tramandarsi. Quello che molti non sanno, però, è che la pellicola di Stone ha completamente trasformato la realtà dei personaggi, in funzione della migliore resa cinematografica. In particolare, a essere state completamente cambiate rispetto a quelle vere, sono state le due grandi donne di Jim.
Esatto, due donne: Pamela Courson e Patricia Kennealy-Morrison, coloro che più di tutte, insieme ai membri della band dei Doors, ebbero a che fare con Morrison, durante il corso della sua vita. Ma vediamo più nel dettaglio quali verità il film non ha svelato.
Pamela Susan Courson, nata a Weed, in California, il 22 dicembre 1946, fu compagna di Morrison durante gli anni di splendore della band dei Doors. La Courson, capelli lunghi rossi, occhi verdi, fisico longilineo e dentatura da perfetta yankee, lottò strenuamente per tenersi stretta il suo uomo, che, in quanto rockstar, era facile preda di groupie e donne di ogni estrazione sociale. Con Jim lei condivise alcolici, stupefacenti, droghe pesanti, nonché viaggi ed hotel in giro per America ed Europa. Fu completamente devota al suo uomo, al punto da annullare per lui le sue stesse ambizioni, finché non decise di aprirsi in proprio un negozio di abiti e dedicarsi alla moda.
Nel film, la Courson, interpretata da Meg Ryan, figura come una donna debole ed insicura, sempre preda dei raptus di follia e degli insulti di Jim. Per fortuna, la sua più cara amica, la giornalista Patricia Butler, dopo la morte di Jim e Pam, avvenuta a pochissimi anni di distanza l’uno dall’altro, decise di riscrivere la loro storia, nel celebre libro “Angels Dance and Angels Die: The Tragic Romance of Pamela and Jim Morrison“, raccogliendo documenti e testimonianze risalenti finanche agli anni del liceo e all’infanzia dei due fidanzati e cercando di smentire quell’aura di malvagità e dannazione che Oliver Stone aveva a tutti i costi voluto attribuire al personaggio di Jim.
La risposta di Stone alle accuse mossegli dalla Butler sono riassumibili nella seguente dichiarazione, che egli fece alla stampa: <<I Doors erano molto più interessati al fatto che descrivessi i rapporti fra di loro, e non gli sarebbe importato nulla se avessi completamente ignorato Pamela. Non gliene importava niente di Pamela. Se avessi fatto il film raccontando che Jim era soprattutto una persona affettuosa, sensibile e divertente che, solo quando beveva troppo, poteva a volte diventare la triste ombra di se stesso e avessi dato troppo peso alla loro storia d’amore e non alla rockstar tetra, paranoica e pericolosa, il film sarebbe stato di una noia mortale ed io non ho nessuna intenzione di fare un film noioso>>.
Ma a fare le spese degli stravolgimenti narrativi che Oliver Stone fece nel film “The Doors“, più ancora che Pam, fu l’altra donna di Jim: Patricia Kennealy. Nata a New York il 4 Marzo 1946 e tuttora in vita, la Kennealy è una donna la cui famiglia ha origini celtiche; capelli lunghi rossi, il viso tondo e lo sguardo pungente, Patricia sembra quasi la versione più in carne di Pamela Courson, con la quale non aveva in comune, da giovani, solo il fatto di essere una redhead, ma anche l’abbigliamento, tra lo stile hippie e quello un po’ da strega, wicca, nonché la cieca devozione spirituale per Morrison.
Perché spirituale? Beh, è abbastanza ovvio: Patricia Kennealy, che all’epoca era una delle più importanti giornaliste di musica del panorama americano e che collaborava per la celebre rivista Jazz & Pop, per la quale recensiva le migliori band, aveva per Jim una stima culturale elevatissima; sia lei che il cantante avevano in comune le origini familiari irlandesi e condividevano la passione per la cultura sciamanica e quella wicca, sulla quale lei scrisse numerosi romanzi. Nel 1970, avevano perfino celebrato un matrimonio wicca, con un rituale che celebrava la loro unione di fronte alla grande dea ed al pantheon celtico.
E proprio l’episodio del matrimonio pagano tra Jim Morrison e Patricia Kennealy, che da quel momento assunse il cognome di Jim come suo secondo, fu occasione, per il regista Stone, di cambiare le carte in tavola all’interno della trama del film.
Consapevole che Patricia Kennealy, donna molto astuta ed attenta a preservare sempre la realtà dei fatti, non lo avrebbe mai autorizzato a modificare personaggi e contenuti sui personaggi, Stone decise di invitare la stessa Patricia a interpretare un ruolo nel film o, meglio, un piccolo cameo: lei recitò nei panni della sacerdotessa che celebrava il matrimonio tra il finto Jim (Val Kilmer) e la finta Patricia (Kathleen Quinlan).
Patricia, a quel punto, dopo aver visionato il copione (che venne poi ulteriormente modificato a sua insaputa) e rendendosi conto che l’attrice Kathleen Quinlan, che era stata scelta per interpretare il suo ruolo, non era per niente fedele al suo aspetto estetico, regola di somiglianza che invece era stata rispettata per tutti gli altri personaggi del cast, iniziò a porsi dei seri dubbi.
L’uscita del film decretò la furia e la delusione della giornalista Kennealy, che vide se stessa ritratta alla stregua di una segretaria sexy, il cui unico scopo era irretire Jim sessualmente, attraverso riti dionisiaci a base di sangue e sacrifici (cose realmente mai avvenute nella realtà) e rovinargli la reputazione indagando sul suo passato.
Per fortuna, la sua impeccabile penna di giornalista d’assalto le fece scrivere il libro “Strange Days-my days with and without Jim Morrison“, in cui Patricia ci svela un lato umano di Jim, oltre che di se stessa, che ha molto di affascinante e di innovativo. Nelle pagine del suo romanzo, la Kennealy ripercorre tutte le tappe della sua relazione con Jim, dalla prima intervista che lei gli fece a quando rimase incinta da lui, decidendo poi di abortire.
Tanti dei fan di Jim Morrison, ossessionati dall’idea del tutto cinematografica che la Kennealy fosse solo una guastafeste che odiava Pam, farebbero bene a leggere un libro che, seppure non sia stato mai tradotto in italiano, ha fatto il giro del mondo per le sue verità. Perché chiamarle verità? Perché la Kennealy fu onesta in tutto, anche nel raccontare ciò che andava contro i suoi interessi:
- la scena del film di Oliver Stone in cui Jim diede fuoco a Pamela Courson, chiudendola in un armadio, ci dice la Kennealy, non si verificò mai, perché Jim non era un tipo violento;
- tra Patricia e Pamela vi erano stati diversi momenti di confronto, durante i quali le due donne avevano solo chiacchierato, senza mai offendersi o arrivare alle mani;
- una groupie dei tempi, che frequentava Jim Morrison, aveva contattato Patricia Kennealy per convincerla a fare un sodalizio tra donne e portare via Jim a Pamela, ma Patricia si era sempre rifiutata.
Con il consiglio a tutti i lettori di leggere i due libri sopra citati, scritti dalle due Patricia, la Butler e la Kennealy, ci auguriamo che mai più, in futuro, film biografici sulle band musicali o su grandi personaggi possano talmente discostarsi dal vero da re-inventare una storia già scritta. Perché non ha senso trasformare in dannato tutto ciò che è rock, che è vitale. Negli occhi di Jim, nonostante tutto, a noi piacerà sempre rivedere il sorriso di un bimbo felice e non di un demonio.
GIORGIA MARIA PAGLIARO