Rilasciati il primo trailer e le immagini promozionali di The French Dispatch, il nuovo film di Wes Anderson e del suo inconfondibile tocco d’autore.
Trama del film
Francia, qualche anno dopo il secondo dopoguerra. La redazione di “The French Dispatch”, supplemento settimanale del quotidiano statunitense “Evening Sun”, è colpita dalla morte del proprio direttore. Quale miglior modo per commemorarlo, se non con un’edizione che raccolga gli articoli più importanti?
Questo è ciò che sappiamo finora su The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun (questo il titolo completo), il film di Wes Anderson in uscita il 24 luglio nelle sale americane.
The French Dispatch: qualche informazione in più
L’opera si compone di un cast corale di primo rilievo. Oltre a volti noti nella filmografia del regista, tra cui l’immancabile Bill Murray, si susseguono nomi altrettanto importanti: tra questi, Timothée Chalamet, Benicio Del Toro e Francis McDormand, giusto per citarne alcuni.
Con un budget di 25 milioni di dollari e l’ormai fondamentale Robert Yeoman come direttore della fotografia, si suppone che il film si svolgerà su piani temporali diversi, in riferimento agli articoli di cui si compone l’edizione memoriale della rivista. Tra questi, il rapimento di uno chef, la storia di un pittore (Benicio Del Toro) condannato all’ergastolo per duplice omicidio e un reportage sul Sessantotto e le relative rivolte studentesche.
A livello registico, possiamo già notare dal trailer l’inconfondibile mano di Wes Anderson: un susseguirsi di inquadrature millimetricamente simmetriche e perfette, immediatamente riconoscibili.
Per ingannare l’attesa di The French Dispatch…
Per chi ancora non conoscesse Wes Anderson e volesse arrivare preparato alla proiezione di The French Dispatch o semplicemente per chi necessita di una rinfrescata sulle opere del regista, ecco di seguito una breve monografia film per film.
Bottle Rocket (1996)
Nato come cortometraggio, Bottle Rocket è la prima prova registica di un Wes Anderson ancora incerto riguardo la direzione artistica da intraprendere.
Presentato al Sundance Film Festival dal produttore James L. Brooks, il film mette in scena i tentativi fallimentari di tre amici per mettere in atto un colpo che li arricchisca.
Rushmore (1998)
Il quindicenne Max si innamora di Rosemary, una maestra di scuola elementare che però ricambia le attenzioni di Herman Blume, magnate dell’acciaio. Questi sarà vittima di una serie di “attentati” da parte di Max, al fine di farlo desistere dal rivolgere attenzioni alla donna.
In questo film lo stile tipico di Wes Anderson comincia a prendere forma.
I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums, 2001)
Con un cast corale di tutto rispetto, I Tenenbaum consacra lo stile autoriale di Wes Anderson in un susseguirsi di palette pastello e simmetrie.
L’abilità del regista sta qui nel creare personaggi indimenticabili dei quali si riesce a cogliere ogni sfumatura caratteriale, le cui avventure sono accompagnate da una colonna sonora al tempo stesso ricercata e pop (da Nico & The Velvet Undergrounds a The Rolling Stones).
Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The Aquatic Life of Steve Zissou, 2004)
Riproponendo la formula utilizzata ne I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou narra le vicende dell’omonimo egocentrico oceanografo, eccellentemente interpretato da un Bill Murray che tiene sulle proprie spalle l’intero film.
Il personaggio è modellato sulla figura dell’oceanografo Jacques Costeau: il berretto rosso indossato da Bill Murray ne è l’omaggio più evidente.
Hotel Chevalier e Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited, 2007)
L’uno il prequel dell’altro, Hotel Chevalier è un cortometraggio sull’amore tra due amanti, mentre Il treno per il Darjeeling è il lungometraggio che ne segue, il cui tema centrale è il viaggio. Viaggio inteso come una ricerca all’interno di se stessi e dei propri affetti più vicini, tra fratelli e tra madre e figli, con mistiche location indiane a fare da sfondo.
Fantastic Mr. Fox (2009)
Primo film d’animazione nella carriera di Wes Anderson girato con la tecnica dello stop motion, Fantastic Mr. Fox è tratto dal romanzo di Roald Dahl “Furbo, il signor volpe” e racconta le vicende di una famiglia di volpi.
Ha ricevuto due nomination ai premi Oscar: Miglior film d’animazione e Miglior colonna sonora.
Moonrise Kingdom (2012)
Dopo una fitta corrispondenza, due dodicenni scappano di casa per vivere in totale libertà e al sicuro dal mondo degli adulti la propria storia d’amore.
Anticipato anch’esso da un cortometraggio, il film è il primo lavoro della carriera di Wes Anderson ad essere stato presentato al Festival di Cannes come opera d’apertura.
The Grand Budapest Hotel (2014)
Questo film fa entrare di diritto Wes Anderson nel platinato mondo dei cineasti più in voga.
Non solo, infatti, è il film d’apertura della 64° edizione della Berlinale, ma è anche vincitore di quattro premi Oscar (tra cui quello per i Migliori costumi, andato alla nostrana Milena Canonero), un Golden Globe e cinque BAFTA.
Ritroviamo un cast corale e alcuni degli attori feticcio del regista, tra cui Adrien Brody, Willem Defoe e, ovviamente, Bill Murray.
L’isola dei cani (Isle of Dogs, 2018)
Wes Anderson riapre nuovamente la Berlinale con il suo secondo film d’animazione in stop motion, candidato in quell’occasione all’Orso d’oro e vincitore dell’Orso d’argento.
È il 2038 e a seguito di un’epidemia di influenza canina tutti i cani del Giappone sono stati confinati su un’isola, dove si reca il piccolo Atari al fine di ritrovare il proprio amico a quattro zampe.
Il film è stato promosso tramite una campagna pubblicitaria tenutasi principalmente sui social network, in primis Instagram: sulla piattaforma è stato infatti creato ad hoc un profilo verificato.
Wes Anderson ha dichiarato di essersi ispirato alle opere di Akira Kurosawa e ai film natalizi.
Chiara Cozzi
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