The King’s Man: la recensione

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Di Redazione Metropolitan

The King’s Man: Le origini è il terzo capitolo (ma in realtà primo, essendo un prequel) della saga che vede protagonista l’agenzia di intelligence inglese Kingsman, nata su fumetto dalla geniale mente di Mark Millar e Dave Gibbons. Alla regia ritroviamo Matthew Vaughn e un cast stellare e internazionale, tra cui Ralph Fiennes, Daniel Brühl, Djimon Hounsou, Rhys Ifans, Tom Hollander (in ben tre ruoli) e Gemma Arterton. In sala dal 5 Gennaio 2022

The King’s Man – La sinossi

Siamo agli inizi del ‘900 e un mondo in tensione si avvia verso la Prima Guerra Mondiale. Ma cosa ha scatenato realmente il conflitto? Un complotto globale progettato da alcune delle figure più pericolose del tempo guidate da un misterioso “Pastore”. In questo clima un pugno de persone, guidate dal nobile Orlando Oxford, cerca nell’ombra di salvare quante più vite possibili e porre fine al conflitto.

Un commento personale

The King’s Man: Le origini, nonostante condivida con gli altri capitoli della saga l’intento di alleggerire il genere spionistico, si stacca, tuttavia, dagli altri due per due caratteristiche fondamentali: l’aspetto umoristico e l’esagerazione delle scene di combattimento ne escono estremamente ridimensionate. Largo spazio alla recitazione, nonché al dramma al sentimento, ma tranquill*, sempre conditi da abbondante action e coreografie estremamente curate; epica a dir poco la sequenza dello scontro col monaco Rasputin.

Emerge, probabilmente, la sensibilità nel voler rispettare i milioni di morti che un evento come la guerra mondiale ha generato. Il film potrebbe essere definito addirittura patriottico. Ma non solo patriottico, addirittura, a suo modo, storico, una storia alternativa, certamente, esagerata e ricamata, ma pur sempre UNA storia. Stratagemma che, stando alla scena post-credit, a quanto pare si ripeterà in un prossimo film. Risulta ovviamente disturbante come “le origini” sia il meno “kingsmaniano”della saga, tuttavia forse questa nuova impostazione potrebbe aiutare a restituire dignità e autorità ad un progetto che rischiava di restare in un alveo solamente macchiettistico. Un film certamente da “provare”. Voto 7.

Bettati Dario

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