Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Riprendiamo il nostro aereo e andiamo negli Stati Uniti. Vogliamo parlarvi di un film che ha trionfato agli Oscar nel 2009 ma che ha molto diviso la critica. Vogliamo parlarvi della grande epopea indiana di Jamal e delle famose 12 domande. Abbiamo dedicato questa puntata a “The Millionaire”.
The Millionaire e la storia delle 12 domande
12 domande sono quelle con cui il giovane Jamal trionfa alla versione indiana del famoso quiz “Chi vuol essere milionario”. 12 domande con cui ripercorriamo la vita di questo moderno Oliver Twist nella cui storia si scontrano ricchezza e povertà, in cui sullo stesso piano vengono messi mendicanti e cadillac fuoriserie. Un ritmo incalzante e una musica sapientemente orchestrata hanno poi aiutato questo film a diventare un campione d’incassi al botteghino.
“The Millionarie”, il film che ha consacrato Danny Boyle, ci immerge nel cinema cambiandolo e abbattendo ogni confine pur abbandonandosi a facili emozioni che conquistano lo spettatore. Il pubblico che facilmente s’immedesima nella storia di questo eroe della moderna tv nato da un romanzo di Vikas Swarup che s’intitola appunto “le 12 domande”.
Un film sopravvalutato
Nonostante il trionfo agli Oscar e la conquista, tra gli altri, di quello a miglior film la vittoria di questa pellicola è considerata controversa. Parte della critica si è domandata infatti come mai fossero stato ignorati alcuni film in concorso. Stiamo parlando di “Milk” di Gus Van Sant, pellicola sul primo gay autodichiarato della politica americana con cui Sean Penn ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista. Non si può poi non citare la geniale inversione del tempo di “Il curioso caso di Benjamin Button” di David Fincher.
A fronte di questi titoli “The Millionaire” è stato definito uno dei film più sopravvalutati. Ad esempio il Telegraph lo ha inserito nella sua classifica dei film più sopravvalutati dalla critica. I detrattori di questo lungometraggio lo hanno accusato di cadere nei facili sentimentalismi che divengono quasi artificiali e di essere un’opera surreale e stereotipata. Forse proprio per le facili emozioni questo film avrebbe stregato l’Academy guadagnando ben 9 premi.