Eccoci ancora una volta con #ThrowbackAnime, la rubrica di InfoNerd che riporta gli appassionati di anime tra i vecchi amori, a volte dimenticati.
Oggi ci occuperemo di Saiyuki, La Leggenda Del Demone Dell’Illusione, una serie che forse non è nell’olimpo dei più grandi capolavori dell’animazione giapponese, ma che comunque fa sempre bene conoscere.
In verità, io considero Saiyuki un anime emblematico degli anni 2000, anche perché era anche una delle colonne portanti della compianta Anime Night di MTV. E’ uno dei primi a cui mi sia appassionata con consapevolezza, e chissà perché mi ero convinta che fosse così per tutti.
Invece, a quanto pare, non è così famoso come credevo. Mi è quindi sembrato giusto rendergli omaggio.
La serie animata, tratta dal manga di Kazuya Minekura, intitolato Gensoumaden Saiyuki, si compone in realtà di 101 episodi divisi in tre serie, di cui però solo la prima è stata trasmessa in Italia.
La storia è liberamente ispirata ad uno dei grandi classici della letteratura cinese: Viaggio In Occidente (in giapponese Saiyuki). Sono stati fatti innumerevoli adattamenti e trasposizioni su questa leggenda, con ogni tipo di mezzo espressivo, e nel mondo degli anime il più famoso è senza dubbio Dragonball.
Il protagonista del viaggio è infatti lo scimmiotto di pietra Sun Wukong (Son Goku), accompagnato nella sua traversata da un monaco, un demone fluviale (in Giappone conosciuto come kappa) ed un maiale.
In Saiyuki i personaggi rimangono gli stessi: abbiamo Son Goku, che in questo caso è un essere demoniaco dai poteri così terribili che anche gli dei stessi lo temono, ma che appare in realtà come un ragazzino ingenuo, altruista, un po’ impetuoso e dall’appetito insaziabile; Sha Gojyo è il kappa: un mezzo demone dai lunghi capelli scarlatti, con un debole per le donne e sempre in lotta con Goku; il maiale è invece Cho Hakkai, un potente demone, i cui poteri demoniaci sono tenuti sotto controllo: ha un animo profondamente gentile e un temperamento pacato, tanto da sembrare fuori posto in un gruppo così chiassoso e scombinato.
A guidarli, e tenere sotto controllo queste forze della natura, c’è Genjo Sanzo Hoshi: teoricamente la più alta carica esistente nella religione buddista, è un bonzo cinico e dal grilletto facile, spesso impegnato a picchiare Goku e Gojyo, nel tentativo di calmarli.
Per quanto riguarda la trama, inizia con un presupposto molto semplice: il gruppo di Sanzo parte verso Ovest per tentare di fermare la resurrezione del re dei demoni Gyumaoh, sigillato 500 anni prima. L’impresa è portata avanti da Gyokumenkoushu e dal principe Kougaiji (secondo il mio modesto parere uno dei personaggi più belli mai disegnati, a prescindere dalla qualità dell’anime), e nel farlo sembrano aver condotto tutti i demoni alla pazzia, trasformandoli in mostri sanguinari.
Parlando di Saiyuki in generale, devo fare ancora una volta una premessa personale: è uno di quegli anime che nel corso degli anni è stato sottoposto al “filtro nostalgia”. Ricordavo tutto perfetto, dalle animazioni al disegno, e il mio amore me lo presentava come una delle serie più belle che avessi mai visto.
Immaginate la mia sorpresa quando ho scoperto che era tutto un grande trip della mia mente malata.
Riguardandolo oggi, mi sono resa conto che di perfetto non ha quasi nulla. Probabilmente è un anime che o lo si ama o lo si odia, ma comunque, almeno per me, non ha perso il suo fascino.
La storia inizialmente è molto banale, ed è tenuta insieme solo dalle dinamiche di questo gruppo unico e male assortito, del quale ci si innamora a prima vista. Se non si riesce ad andare oltre le prime puntate, probabilmente si rimarrà delusi da questa serie.
Tuttavia, andando avanti la trama si sviluppa, e grazie ai numerosi intrecci, diventa sempre più appassionante: gag esilaranti si fondono perfettamente con una storyline profonda ed impregnata di filosofia, mentre i protagonisti acquistano mille sfaccettature attraverso le loro tragiche ed incredibili storie personali.
Persino la seconda parte della prima serie, che è in realtà un grande filler riguardante le vite precedenti del gruppo di Sanzo, riesce a conquistarti ed affascinarti.
Grande pecca sono invece le animazioni ed il design di tutto ciò che non riguarda i protagonisti. Contrariamente a quanto ricordassi, i combattimenti sono praticamente inesistenti, le parti sanguinarie sono censurate con delle dissolvenze di dubbio gusto e i personaggi secondari sembrano disegnati quasi per caso.
Questo può dare fastidio all’inizio, fino a che non si entra nell’ottica di ciò che Saiyuki è in realtà: non un anime fatto di scontri senza scopo, dove si ammazzano demoni solo per il gusto del sangue, ma una storia introspettiva, densa di contraddizioni, e sorretta dalle vite, dai pensieri e dalle personalità dei protagonisti, che riescono ad alternare momenti esilaranti a situazioni di un’intensità devastante.
Parte del merito va anche alla colonna sonora, sempre perfetta in ogni situazione e guidata da sigle di apertura e chiusura indimenticabili.
Un cenno va fatto anche allo stile di disegno di Kazuya Minekura: è vero che nell’anime è circoscritto ai soli personaggi principali (perché quelli sullo sfondo sembrano disegnati da un bambino), ma il tratto, la fisionomia e l’intera struttura dei protagonisti di Saiyuki sono inimitabili. Uno stile esteticamente incredibile, spigoloso e tuttavia delicato, rende il disegno della Minekura uno dei più affascinanti e particolari che si possano trovare in giro.
In conclusione, se si riesce a passare oltre la discutibile apparenza iniziale, Saiyuki è una di quelle storie che riesce ad accalappiarti con le sue infinite sfumature, fatte di dettagli intriganti ed una sconfinata gamma di contrasti, dai più marcati a quelli in cui luce ed ombra si uniscono, e non si è più in grado di distinguere l’una dall’altra.
Se siete quindi alla ricerca di un anime diverso dal solito, Saiyuki è proprio quello che fa per voi. Se invece vi sentite in vena di un po’ d’amore, tornate qui fra due settimane, alla stessa ora, perché parleremo dell’anime che ha fatto innamorare indiscriminatamente un’intera generazione: Marmelade Boy, per gli amici Piccoli Problemi Di Cuore.
Antea Ruggero