Dopo l’avviso di garanzia inviato per proseguire le indagini che vedono la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, accusata di “falso in atto pubblico”, un nuovo avviso le è stato recapitato proprio ieri. In tutto 20 sono stati gli avvisi di garanzia diretti agli altri amministratori della città di Torino
Questa volta l’avviso di garanzia per la Appendino è stato emesso nell’ambito dei fatti di Piazza San Carlo, avvenuti nel Giugno scorso, che hanno portato al ferimento di oltre 1500 persone e la morte di una donna.
La Procura di Torino ha emanato ben 20 “informazioni di garanzia”, per poter compiere quelli che sono tecnicamente definiti “atti garantiti”.
Destinataria è in prima linea la Sindaca Chiara Appendino. Con lei il presidente e il dirigente di Turismo Torino, Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, Enrico Bertoletti, l’architetto che aveva il compito di allestire la piazza, Marco Sgarbi, dirigente di piazza della Polizia Municipale, Paolo Giordana,ex capo di gabinetto, Angelo Sanna, il questore di Torino…
Tutti sono indagati per le medesime ipotesi di reato: lesioni, omicidio e disastro colposo. Reati colposi quindi, in quanto sarebbero state trasgredite norme cautelari atte ad evitare il perico. Quei comportamenti che i soggetti in questione avrebbero dovuto realizzare in quanto destinatari di posizioni di garanzia.
«Pochi minuti fa mi è stato notificato dalla Procura di Torino un avviso di garanzia per i fatti di piazza San Carlo. Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti, poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno». Queste le parole di Chiara Appendino in un post su Facebook.
Cosa era successo in Piazza San Carlo?
Durante la diretta video allestita nella piazza per la finale di Champions League tra Juventus e Real-Madrid, improvvisamente la folla cominciò ad agitarsi, sembra a causa di uno scoppio mai identificato. I presenti avrebbero pensato ad un attentato terroristico, cominciando a scappare senza alcun ordine e senza trovare adeguate vie di fuga.
Nel caos creatosi più di 1500 persone rimasero ferite e una donna morì dopo esser rimasta calpestata e aver riportato gravi traumi che la ridussero in coma.
«Allo stato non risultano individuate le specifiche ragioni che hanno determinato panico collettivo tra le migliaia di persone presenti in piazza San Carlo e le conseguenti drammatiche vicende – ha precisato il procuratore capo Armando Spataro in un comunicato -. Sono state esaminate circa 200 persone informate sui fatti, sono stati acquisiti filmati, documenti e provvedimenti vari, tutti dettagliatamente analizzati, sono stati effettuati sopralluoghi nella predetta piazza e nel parcheggio sottostante, sono state eseguite due consulenze tecniche. Gli inviti a comparire emessi sono anche finalizzati ad acquisire le dichiarazioni difensive delle persone che accetteranno di rispondere, […] sicché non possono in alcun modo essere considerati equivalenti ad atti di promovimento dell’azione penale».
Le irregolarità contestate dalla procura
Numerosi sarebbero stati i comportamenti rimproverabili ai destinatari degli avvisi di garanzia e che avrebbero reso prevedibile l’accaduto, senza i quali (o con il giusto adempimento) probabilmente tutto sarebbe stato evitabile.
Rilevanti sono:
- L‘errata disposizione delle transenne sulla piazza, le quali non avrebbero consentito un sicuro deflusso della folla presente.
- Non aver vietato la vendita di bottiglie di bibite contenute i bottiglie di vetro da parte degli ambulanti abusivi. I resti di vetro hanno poi contribuito a ferire gravemente le persone cadute a terra.
- La previsione di un piano di emergenza inadeguato alla manifestazione.
- L’autorizzazione dell’evento quando non vi erano i presupposti minimi di sicurezza.
- La mancanza delle competenze adeguate di alcuni tra i soggetti che hanno contribuito all’organizzazione.
“Poniamo sempre completa fiducia nella sindaca Appendino, certi che lei sia la prima a voler accertare la verità su quanto accaduto quella tragica sera” – scrive il gruppo del Movimento 5 Stelle in Comune.
Lo speriamo bene, consci del fatto che gli avvisi di garanzia che sono stati consegnati sono lontani da una reale incriminazione e che, nello stato di diritto in cui viviamo, non rappresentano altro che un atto dovuto per la prosecuzione delle indagini e l’accertamento delle responsabilità.
Di Lorenzo Maria Lucarelli