Presentata questa mattina in conferenza stampa la 38esima edizione del Torino Film Festival, in diretta da una Mole Antonelliana deserta, ad evidenziare la crisi che continua a mettere in ginocchio il nostro paese e che ci unisce nella distanza forzata anche da quella sala cinematografica simbolo di arte e cultura.
“Originariamente ipotizzato con una formula mista, che sommava il piacere della sala alla percezione allargata della rete, quest’anno si è dovuto trasferire tutto online.” ha affermato Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema. “Innovazione è una delle parole chiave del Museo Nazionale del Cinema, e lo è diventata anche del Torino Film Festival.“, ha continuato il Direttore Domenico De Gatano. C’è stato un momento in cui tutti abbiamo pensato che saremmo tornati presto alla normalità, che sarebbe stata possibile una 38esima edizione del TFF in sala cinematografica, come è stato per la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma di questo sfortunato 2020.
Un’edizione unicamente in streaming
Ma davanti alla crisi e alla (ri)chiusura dei cinema, il Torino Film Festival risponde applicando quella parola chiave che è innovazione. Parte dell’innovazione è l’adattamento, ed ecco che un punto di debolezza viene trasformato in punto di forza offrendo un’edizione in streaming ed allargando il pubblico, superando non solo le distanze imposte dal Covid ma anche quelle che si sarebbero potute presentare in una situazione normale.
“Avevamo in progetto di fare un festival che fosse al passo con i tempi, con i cambiamenti culturali e le trasformazioni tecnologiche, e in questa versione online il TFF si è spinto oltre. Una fruizione diversa, che supera i limiti geografici.” Centotrentatrè film, tra lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi, interamente disponibili sulla piattaforma streaming di MYmovies.
Torino Film Festival per l’Agenda 2030
Non solo innovazione ma anche impegno nei confronti degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Pace e giustizia, uguaglianza tra Nazioni, opportunità equa di una buona educazione e, ciò che forse spicca maggiormente, parità di genere ed emancipazione femminile. Il TFF 2020 infatti avrà una giuria tutta al femminile e senza presidente, una selezione di film che arrivano da tutto il mondo e che include e valorizza le voci femminili.
“Sosteniamo la giustizia sociale celebrando i registi che portano la nostra attenzione su verità scomode che spesso non abbiamo il coraggio di riconoscere“, ha detto la vicedirettrice del Torino Film Festival Fedra Feteh. “Creare e guardare storie si è rivelato essenziale per la vita. Ma poiché è difficile apportare cambiamenti nel mondo reale, dapprima immaginiamo il mondo che vogliamo attraverso il cinema.”
Immaginiamo un mondo in cui gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono stati raggiunti, e in cui è possibile tornare in sala cinematografica e poi condividere i propri pensieri sui film davanti ad una tazza di cappuccino al bar. Intanto, “anche se ci mancherà incontrarci di persona, il Torino Film Festival c’è“.
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Articolo a cura di Eleonora Chionni