Succede il sabato pomeriggio intorno alle 18 in zona Aurora a Torino. Una maxi rissa tra bande per un totale di circa 20 persone tra cassonetti ribaltati, lanci di bottiglie, spray al peperoncino, bastoni, pistole elettriche e una persona filmata mentre sguaina una katana, tipica spada giapponese. I cittadini si definiscono ostaggio degli spacciatori, hanno paura di uscire dalle loro case e chiedono maggiore controllo.

Segnalazioni e testimonianze a Torino

“È assurdo che stiamo vivendo questa situazione e che non se ne parli. Qui siamo ostaggio di spacciatori. C’era uno con una katana, un altro con il taser. Come si può continuare?” spiega una donna risedente in zona e responsabile della segnalazione alle forze dell’ordine, perché “la situazione qui sta degenerando. Siamo a 500 metri dal centro di Torino e nessuno interviene. Credo siano liti tra bande rivali e sono quotidiane”.

Oramai è così tutti i giorni – confessa un’altra vittima del terrore, residente nei pressi del Ponte Mosca – ieri verso le 18,30 c’era questo gruppo in strada, li ho visti gettare i bidoni a terra e lanciare bottiglie di birra. A volte lo fanno anche per scherzo tra di loro”.

“È da giovedì che la situazione qui si sta facendo calda, ci sono liti tra due o tre persone ogni pomeriggio, ma ieri la lite è proprio degenerata, ho temuto a uscire”.

Grazie alle diverse segnalazioni la polizia è intervenuta alle 19 circa, ma non c’era più nulla da vedere.

Il discorso del presidente Deri

Il presidente della Circoscrizione Luca Deri spiega che sono in atto lavori sul progetto di riqualificazione urbana della zona e aggiunge “La situazione al Ponte Mosca è molto critica tra spacciatori, tossici e falsi negozi di vicinato, e lo è da 4/5 anni. È la zona più pericolosa del quartiere, una situazione complicata da gestire”. La soluzione? “Un presidio fisso delle forze dell’ordine, non è sufficiente intervenire quando c’è la rissa ma intervenire tutti i giorni. Ci deve essere un controllo quotidiano di polizia e carabinieri. Ci sono già le telecamere ma non bastano”.

Lara Luciano

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