Scoppia la polemica a Torino su “Zerbino”, l’albero di Natale fatto di pannelli di “prato artificiale” ignifugo che verrà acceso per l’Immacolata, costato ai contribuenti torinesi 75mila euro più Iva, il che significa 91.500 euro. Il conto è stato presentato assieme alle spese previste per Capodanno, 150mila euro: Torino quest’anno rinuncerà alla festa in piazza, conferma il sindaco Stefano Lo Russo.

Su “Zerbino”, l’albero di Natale eredità della giunta Appendino e collocato in piazza Vittorio,  non solo la politica, con tanto di interrogazione al sindaco dal leghista Ricca, ma anche il web si è già scatenato. Da “Broccolo” a “Cono gelato” fioccano i nomignoli e i commenti.

Eredità della giunta Appendino, solleva qualche dubbio il Natale per la prima capitale storica d’Italia: 91mila euro per un albero di pannelli di prato artificiale. Con le altre spese previste per il Capodanno, il conto per i cittadini del capoluogo tocca quota 150mila euro. È polemica.

Quest’anno il Natale in quel di Torino presenta un conto salato, conto lasciato per altro dalla vecchia giunta Appendino. 150mila euro in totale. Con una Torino che tra l’altro rinuncerà alla festa in piazza, come confermato dal sindaco Lo Russo.La Lega ha subito provveduto a sollevare il caso, ponendo una interrogazione indirizzata al Comune, mentre il mondo del web ha scatenato una bufera di nomignoli, da “cono gelato” a “broccolo”, “campo da tennis sintetico in verticale” o peggio.

I nomignoli d’altro canto non sono certo una moda nuova; seguono di pari passo il celebre Spelacchio di Roma, divenuto nel tempo così famoso, da essere richiesto in servizio anche quando palesamente di “natalizio”, aveva ormai davvero ben poco.

Spelacchio era diventato famoso nel 2017, quando i cittadini della capitale, vedendosi innalzare un imponente abete, imponente quanto “spelacchiato” appunto, forse per il lungo viaggio dalla Val di Fiemme a Roma, gli avevano affibbiato un tale nomignolo, pur dimostrandogli poi con il tempo affetto.