C’è un altro reato di cui è accusato il presidente della Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da martedì scorso su richiesta della procura di Genova per un’estesa indagine su tangenti in cambio di favori ad alcuni imprenditori. A Toti è stato contestato il reato di falso perché avrebbe manipolato i dati della sorveglianza epidemiologica della pandemia di Covid per ottenere più vaccini. La procura ha formulato l’accusa sulla base delle intercettazioni di telefonate e conversazioni nell’ufficio del suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, anche lui agli arresti domiciliari.
Un’altra parte dell’inchiesta, sempre legata alla sanità, riguarda i finanziamenti di alcune strutture sanitarie private ai comitati elettorali di Toti. Gli investigatori hanno chiesto di fare approfondimenti su alcuni contributi ricevuti da aziende che gestiscono strutture private convenzionate, cioè che garantiscono servizi al pubblico attraverso una convenzione gestita dalla Regione Liguria; nei primi quattro mesi dell’anno la Regione ha finanziato esami e visite nelle strutture private per 50 milioni di euro. La Guardia di Finanza che si occupa delle indagini dovrà verificare se tutti i finanziamenti siano stati fatti in modo regolare. La dinamica ipotizzata è simile a quella che sarebbe avvenuta con gli altri imprenditori dell’area portuale e dei supermercati: finanziamenti ai comitati elettorali in cambio di favori e agevolazioni, in questo caso sovvenzioni alla sanità privata.
Un’altra accusa riguarda le forniture di mascherine durante l’emergenza Covid.
Nell’inchiesta per corruzione che coinvolge il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti c’è anche un tentativo di frode al servizio sanitario nazionale. Mentre i dati sui contagiati dal Coronavirus per ottenere più vaccini hanno portato all’accusa di falso nei confronti del governatore, questa vicenda è collegata all’ombra della mafia su Genova. Nell’intercettazioni infatti due soggetti del clan dei Riesini parlano di un affare da 1,2 milioni di euro che riguarda forniture di mascherine. Alla fine non andato in porto. Ma nelle carte ci sono anche i regali per soubrette, massaggiatrici ed escort che giravano intorno agli indagati. Cartier da 10 mila euro, borse Chanel, persino massaggi dal costo di mille euro cadauno. E le intercettazioni delle interessate: «Le ha regalato 10 mila euro di braccialetto. E lei lo ha messo apposta su Instagram».
Intanto ieri Spinelli, interrogato dal Gip, ha detto di aver dato finanziamenti a tutti i partiti. «Sono stato preso in giro da Toti», ha dichiarato l’imprenditore. Il governatore gli avrebbe promesso cose che poi non ha mantenuto soltanto per avere soldi. Ma lui ha pagato «persino la Bonino, che non conoscevo», ha detto, contro il parere del figlio Roberto. E poi ci sono le donne. Anche se 84enne, Spinelli era sempre pronto ad organizzare week end in dolce compagnia. In questo caso poi Signorini si incaricava di andarle a prenderle e portarle nei luoghi fissati degli incontri. «Hotel de Paris, massaggi, estetista, parrucchiere, consumazioni al Cafe de Paris, Casinò, Train Bleu…». Totale 29.408 euro, interamente saldati dal Casinò di Montecarlo, dove Spinelli è naturalmente un cliente d’oro. «A saldo delle spese sostenute al Casinò per l’anno 2022 Spinelli ha pagato 750 mila euro», annotano i finanzieri.