Totò, all’anagrafe Antonio De Curtis nasce a Napoli nel 1898. Lavora inizialmente nel “teatro di rivista“ esordendo nel mondo del cinema già prima della Seconda Guerra Mondiale. I maggiori successi di Totò “principe della risata“ si possono tuttavia collocare tra gli anni ’50 e ’60 fino alla sua morte, avvenuta nel 1967.
“Guardie e Ladri“, “Totò, Peppino e la Malafemmina“, “Miseria e Nobiltà”, “Totò e le Moko”, “Totòtruffa’62”, “Totò lascia o raddoppia?”…. sono così tanti ed importanti i film di Totò che fare una selezione dei più grandi successi è un’impresa ardua. E’ facile perdersi tra titoli, nomi di registi e personaggi interpretati da Totò quando si pensa alla “comicità all’italiana“. Senza dubbio ci sono stati – all’interno della sua vastissima produzione – dei film che hanno lasciato il segno più di altri nella memoria del pubblico e che sono diventati rappresentativi di varie fasi della sua carriera.
Due successi di Totò e le scene memorabili del principe della risata
Tra i successi del “principe della risata“ come non ricordare “Miseria e Nobiltà”: film del 1954 diretto da Mario Mattoli e tratto dall’omonima opera teatrale del 1888. Totò in questo caso interpreta Felice Sciosciammocca, un uomo senza soldi, separato dalla moglie che vive alla giornata e lavora come scrivano sotto il Teatro San Carlo di Napoli. La sua vita e quella dell’amico Pasquale sono accomunate dalla continua mancanza di cibo e dalle richieste da parte del padrone di casa che reclama i soldi dell’affitto. Il successo cinematografico del film risiede – ancora una volta – nella capacità comica di Totò di essere insieme popolano e nobile, cifra stilistica di tutta la sua produzione. Celebre è la scena della danza degli spaghetti, che poi è diventata il simbolo del film.
“Totò, Peppino e la Malafemmina” del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque è il capolavoro più noto, reso tale dalla celebre canzone ”Malafemmena”. La pellicola racconta il viaggio dei fratelli Caponi, stralunati campagnoli in partenza da Napoli verso Milano. Uno dei momenti indimenticabili del film è quello della lettera: «Punto! Due punti!… ma sì, fai vedere che abbondiamo… Abbondandis in abbondandum…». Gli esiti comici nascevano dal contrasto tra nord e sud d’Italia, tra gente di campagna e di città. La scena in questione era inoltre semi improvvisata: spesso infatti Totò e Peppino stravolgevano i copioni ed Ettore Scola – che in questo film era aiuto regista – propose lui stesso la scena.
L’Ultimo successo di Totò
Concludiamo con l’ultimo film, il più insolito. “Uccellacci e uccellini“ uscì nel 1966 ed è un film più grottesco che comico, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. Al centro della scena ci sono Totò e Ninetto Davoli che vagano per le campagne romane. Lì un corvo intellettuale racconta loro di due frati incaricati da San Francesco di evangelizzare i falchi e i passeri. Dopo l’incontro con altri personaggi del tutto assurdi i protagonisti arrivano al punto di stufarsi del corvo e lo mangiano. Un film totalmente diverso dai precedenti successi del “principe della risata“, molto metaforico ed allusivo. Venne apprezzato a tal punto dalla critica da fruttare all’attore un Nastro d’Argento come miglior interprete.
Alessia Ceci
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