“Signora, siete quasi vedova e lo sarete veramente se non portate staSSera stessa, al pozzo dei rosPPi, 5 milioni in contanti. Niente scherSi! Appena arrivate bendatevi la faccia che meno vi si vede e meglio è. Ignazio detto Il Torchio”. Le lettere, ritagli di giornale, rendono funeste le parole. Inizia così lo ‘studiato’ rapimento, che farà struggere il cuor della moglie, al sol pensiero che il principe Totò, il nobile De Curtis, qui nella parte di Antonio, non torni a casa. “Totò, Peppino e i fuorilegge“, stasera in tv su RAI Movie. Titina De Filippo nel ruolo della moglie Teresa: il volto, la mimica del fratello Edoardo, e cento ne pensa per risparmiare. Sulla pelle del marito, sentimentalmente logorata.

La camicia è bene che si indossi per parvenza; solo ciò che si vede è necessario. A cosa serve una manica se basta un polsino? E una mosca viva, intrappolata nella zuccheriera, servirà a far consumare a Totò il caffè amaro. Se viene a cena l’ospite (che deve portare però qualcosa), sarà meglio incatenare al tavolo la posateria d’argento. È la ricca ma avara consorte, fuorviera di stratagemmi per incrementare il patrimonio. Con l’amico barbiere, Peppino (De Filippo), il nullafacente Totò, inscena una truffa, per ottenere 5 milioni dalla moglie. Tanto il costo del riscatto. Il rapimento è studiato nei dettagli: con tanto di girotondo di Totò e Peppino incappucciati, per far sembrare che i briganti siano molti. E i versi di animali notturni per spaventare: “Che specie ‘e bestie stanno int’ ‘a ‘stu bosco?”. La tranquillità della campagna romana, stravolta dall’inventiva di un genio negli affari e un “mediocre” coiffeur.

Fuorilegge e malafemmene

Il primo brindisi lo voglio dedicare a mia moglie: moglie mia, io non so dove sei, ma ovunque tu sia, io faccio un brindisi alla facciaccia tua! E alla salute mia!” Antonio è ispirato quando alza il calice nel nightclub di Roma in compagnia del fidato socio Peppino e di avvenenti ballerine del locale.
Il film stasera in tv, un classico di allora ed oggi, “Totò, Peppino e i fuorilegge“, del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque, doveva intitolarsi “Totò a peso d’oro“; dal riscatto equivalente al peso corporeo, chiesto in seguito nel film, dal vero bandito. Ma visto il successo della precedente apparizione di Peppino (in Totò, Peppino e la… malafemmina), si decise di inserire nel titolo anche il suo nome. Con Dorian Gray nel ruolo della figlia Valeria, Franco Interlenghi (già attore di Sciuscià) spasimante, e la partecipazione dell’attrice inglese Barbara Shelley; Memmo Carotenuto, sarà l’eccezionale Ignazio detto il Torchio, Mario Castellani il braccio destro del Torchio, e Teddy Reno (marito di Rita Pavone) nel ruolo di se stesso. E ancora, Maria Pia Casillo (attrice di Umberto D.), e Lamberto Maggiorani (di Ladri di biciclette).

“Lasciami parlare! Se non ti sbrighi, un giorno di questi ti vedi arrivare a casa un orecchio! Quell’orecchio sono io, in persona!”. Totò a Titina, per convincerla a pagare il riscatto. La notte dispendiosa passata al tabarin con le ballerine, fu fatta di lustrini, smoking e champagne a fiumi. Alle ballerine della compagnia, si regalano i soldi ottenuti dal ricatto. L’intermezzo canoro di Teddy Reno, che nel film avrà una liaison con la vamp Marisa Florian, dona un momento di piacevole distacco. Mentre Dorian Gray parla con due voci diverse, in alcune scene con la sua, in altre è doppiata. ” A pensarci è una malinconia “, scriveva la critica dell’epoca: tra Totò bombetta e collo retrattile, il più estroso comico del tempo, Peppino creativo della commedia dell’arte, in una sceneggiatura consueta, approssimativa, girata a poco prezzo. Ma quel bianco e nero della pellicola, ancora oggi non stanca. Riluccica di luce propria.

Federica De Candia. Seguici sempre su MMI e Metropolitan Cinema!