Luci a Wembley e cronaca di un miracolo dopo un tentato suicidio. Dopo il deludente pareggio con rimonta subita all’Allianz Stadium, la Juventus è chiamata all’impresa a Londra contro un Tottenham che ha i numeri e il risultato dell’andata dalla sua parte.
Gli Spurs, infatti, sono reduci da 12 risultati utili consecutivi nella loro casa temporanea. Attualmente 11 vittorie e 1 solo pareggio. Ma ad impressionare sono, soprattutto, le statistiche che riguardano le reti: 36 quelle segnate, 5 quelle subite. È chiaro fin da subito che, stante il 2-2 casalingo, la Juventus parte già in svantaggio, avendo subito due gol. L’unica cosa da fare per i bianconeri è cercare a tutti i costi la vittoria. Juventus che scende in campo con un albero di Natale che in alcune fasi del gioco di trasforma in un 3-5-2. Scelta, quella di Massimiliano Allegri, che denota una certa propensione ad una gestione della partita sul piano difensivo, cercando di sfruttare il contropiede. Tottenham che, invece, conferma quasi il 4-2-3-1 dell’andata, con i soli Aurier e Lamela sostituiti, rispettivamente, da Trippier e Son. Dopo il minuto di silenzio in memoria di Davide Astori, i padroni di casa partono subito forti. Già al 4′ il coreano impensierisce Buffon. Ma l’occasione più ghiotta capita al 15′ sui piedi di Harry Kane. L’attaccante inglese si smarca due volte da Chiellini, che rischia prima con un’imprudente scivolata e dopo con un tocco con il braccio. Solo l’esterno della rete salva il superato Gigi Buffon. Dopo soli due minuti viene pareggiato il conto dei calci di rigore negati. Douglas Costa supera in velocità Vertonghen, che lo atterra vistosamente. Solo per l’arbitro Marciniak non è penalty. Ma dal 20′ in poi si scatena di nuovo Son. Prima colpisce di testa, costringendo Buffon alla respinta coi pugni e al 38′ elude la marcatura di Barzagli, calciando fuori nell’uno contro uno col portiere della nazionale. Si rifà dopo appena un minuto. Dele Alli supera Chiellini e, sulla respinta del n. 1 bianconero, il pallone finisce sui piedi di Trippier che la mette in mezzo rasoterra. Il sudcoreano insacca con un tocco fortunoso ed è 1-0. Unica occasione degna di nota per la Juve nel primo tempo è un tiro di Pjanic dal limite dell’area di rigore. Il bosniaco arriva a rimorchio, assistito da Alex Sandro, dopo un’incursione personale del solito Douglas Costa. Si va all’intervallo col vantaggio Spurs.
Al rientro dagli spogliatoi le cose non sembrano cambiare. I londinesi sono troppo superiori fisicamente, non mollano un cm, arrivano prima su tutti i palloni e pressano in maniera asfissiante. Ma dal 60′ in poi accade l’impensabile. Con l’ingresso in campo di Asamoah al posto di Matuidi, la Juve passa al 4-2-3-1 con avanzamento di Alex Sandro. Subito il ghanese mette un pallone in mezzo, respinto malamente da Sanchez che favorisce il tiro al volo di Dybala. La Joya svirgola, ma è solo l’antipasto di quanto avverrà dopo pochissimi minuti. Lichtsteiner, anch’egli appena entrato, crossa per Khedira, che fa da sponda ad Higuain. Tocco d’esterno al volo e pareggio. Lo stesso Pipita, dopo appena 3 minuti, pesca Dybala sulla linea dei difensori e lo mette uno contro uno con Lloris, grazie ad un filtrante ficcantissimo. La Joya non delude e porta in vantaggio i suoi. Uno-due che però non cambia l’inerzia del gioco. Infatti da quel momento in poi la Juve rincula e comincia l’assedio degli Spurs. I bianconeri soffrono e, proprio all’ultimo giro d’orologio, concedono l’occasione più nitida del secondo tempo per il Tottenham. Su traversone dalla sinistra, Kane colpisce di testa e tocca il palo. Il pallone viaggia in via aerea sulla linea di porta e Barzagli spazza più lontano che può, anticipando l’ex romanista Lamela. Finisce 1-2 e, contro i favori del pronostico, la Juventus si qualifica per i quarti di finale di Champions League. E non potrebbe essere più bello di così!
Riccardo Ciriaco