Toy Story torna nelle nostre sale il 26 giugno con un nuovo capitolo, forse non caldamente richiesto, ma che ancora una volta riesce a sorprendere ed emozionare, portandoci alla fine a chiedere come avremmo fatto senza.
Toy Story questo non doveva farlo.
Non doveva dare la conclusione più giusta e straziante che si potesse sperare ad una saga che ci ha accompagnato per più di vent’anni, e poi tirare fuori un nuovo capitolo.
Perché è ovvio che sorga spontaneo chiedersi cosa pensano di riuscire a raccontare, quando il cerchio ormai è già chiuso?
Beh a quanto pare il cerchio non era completamente chiuso, e Toy Story 4 arriva a farci capire perché.
Pensavamo che la storia si fosse conclusa nel migliore dei modi, ma la verità è che solo quella di Andy, ormai cresciuto, aveva raggiunto il suo epilogo.
Questo quarto capitolo ci tiene a ribadire invece che per giocattoli non è finita qui.
Ora hanno Bonnie a cui badare, a cui dare il loro affetto, e allora il film ci racconta che la vita di un giocattolo non finisce quando il suo bambino ormai non c’è più, ma che sarà sempre pronto a dare gioia ed allegria ai bambini che ne hanno bisogno.
Finché qualcuno vorrà giocare con loro, il “cuore” che li rende così speciali non smetterà mai di battere.
Anzi, con l’introduzione del personaggio di Forky, doppiato in italiano da Luca Laurenti, nato da una forchetta presa nella spazzatura, ogni dubbio si chiarisce: è proprio la fantasia dei bambini, il loro bisogno di avere qualcuno accanto sia nei momenti difficili che in quelli felici, a conferire quella scintilla che rende i nostri giocattoli speciali.
Sicuramente in questo caso è superfluo dilungarsi su tecnicismi e approfondimenti di trama. Di quelli è pieno internet, e soprattutto la Pixar su questo è una garanzia.
E’ raro che quella geniale lampadina sbagli qualcosa nel proporci un film.
E Toy Story 4 non fa eccezione: Disney Pixar ha confezionato un altro piccolo capolavoro, pronto a catturare il cuore di grandi e piccini in un perfetto concentrato di emozioni, nostalgia, azione e momenti di riflessione.
Un lungometraggio che vorresti vedere 10 volte di fila, con la certezza che ad ogni visione riusciresti a scoprire una sfumatura diversa.
Vorrei però nel mentre fare un applauso a quel sadico ha concepito la sequenza iniziale, che ripercorre i momenti salienti della storia con Andy: non poteva trovare modo più straziante per introdurre il film.
Quello che nel complesso comunque si percepisce in Toy Story 4, a fianco delle varie tematiche affrontate, del divertimento travolgente e dei momenti nei quali anche il cuore più duro si scioglie, è il tono diverso rispetto ai capitoli precedenti.
Se i primi erano film per bambini, nei quali noi crescendo ritrovavamo i vecchi amici d’infanzia, con cui ogni volta tornavamo a giocare con affetto e nostalgia, il quarto è evidentemente più adulto.
Una lettera d’amore a noi ormai grandicelli ma mai veramente cresciuti, a noi che dopo 24 anni siamo ancora al cinema con gli occhi che brillano aspettando Woody e Buzz (leggi alcune curiosità su Buzz ed il suo doppiatore), a noi che in realtà un po’ c’abbiamo sempre creduto che i giocattoli fossero vivi e ci aiutassero di nascosto nei momenti difficili.
Il film sembra parlare a noi che dopo tutto questo tempo non abbiamo abbandonato i nostri amici, e per questo quindi, ci colpisce dritti al cuore.
Si parla di scelte, ragioni di vita, libertà, lealtà e dovere, sempre nel classico stile di Toy Story, sempre tra le risate più sincere, ma con un pizzico di consapevolezza in più.
E allora vi assicuro che è impossibile non rimanere rapiti dal nuovo capitolo: ritrovare Woody, Buzz, Jessie, Rex, Slinky e Mr. Potato, una nuova e rivoluzionata Bo Beep con le sue tre pecorelle, e conoscere i nuovi amici è un’emozione che difficilmente si può contenere.
Una storia incredibile che, nonostante lo scetticismo iniziale, non faticherà assolutamente a reclamare il posto che gli spetta nel nostro cuore, esattamente accanto ai suoi altri tre predecessori.
L’unica macchia in un film altrimenti impeccabile, rimane la grande mancanza di Fabrizio Frizzi.
Per più di vent’anni siamo tutti stati il suo vicesceriffo preferito, la sua voce ci ha accompagnato mentre crescevamo, e rimarrà un’impronta indelebile nella nostra infanzia.
Perciò nonostante l’ottimo lavoro fatto da Angelo Maggi, era evidente sin dall’inizio: quello sarebbe stato un vuoto che nessuno su questa terra avrebbe potuto colmare.
Detto questo, aggiungerei che nessuno dovrebbe perdersi Toy Story 4: chi è cresciuto insieme al gruppo di giocattoli più incredibile del mondo non potrà fare a meno di amare questo nuovo capitolo, anche chi, come me all’inizio era scettico.
Riderete, starete in pensiero, piangerete e sarete felici, e alla fine non potrete che rimanere entusiasti di capire che anche i vostri vecchi amici d’infanzia, seppur sempre uguali nell’aspetto, sono cresciuti insieme a voi.
In più quando tornerete a casa, come ogni Toy Story che si rispetti, sarete pervasi nuovamente dalla convinzione che i vostri giocattoli, almeno quelli sopravvissuti all’inevitabile scorrere del tempo, siano veramente vivi e cercherete di scusarvi con loro per averli trascurati per tutto questo tempo.
Appuntamento quindi il 26 giugno in tutte le sale, per una nuova avventura che vi porterà ancora una volta verso l’infinito e oltre.
Antea Ruggero
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