Nel linguaggio scientifico è denominata “trisonomia del cromosoma 21“: è la sindrome di Down, che cambia la vita di chi ne è affetto e di chi lo circonda.
Convivere con questa patologia, può rendere anche le cose più comuni molto complesse.
Ma non per John Cronin, un giovane ragazzo americano che a soli 22 anni è riuscito a trasformare la sua malattia in una straordinaria opportunità, diventando un vero e proprio businessman.
Tutto ha inizio alla fine delle scuole superiori.
John Cronin si interroga, come spesso accade ai ragazzi della sua età, su come sarebbe stato il suo futuro lavorativo e su quale percorso intraprendere. Scelta già difficile di per se’, ma ancora di più per un ragazzo nella sua condizione.
John Cronin diventa il promotore di un business milionario
Nel 2016 John Cronin mette a punto il progetto che lo renderà famoso in tutto il mondo: “John’s Crazy Socks“.
Ebbene sì: si mette a commerciare in calzini… Naturalmente non semplici calzini, di quelli che si possono acquistare in qualsiasi catena di abbigliamento, ma “a tema”, legati in generale alla disabilità, ricchi di simboli e colori che lascino intravedere la speranza di un futuro meno difficile.
Quelli di John sono calzini “speciali“, proprio come il loro ideatore.
Il primo modello John lo realizza per ricordare una data importante, quella del 21 marzo, la Giornata Mondiale della Sindrome Di Down.
Gli si affianca papà Mark. Insieme, fanno sì che si realizzi un sogno, il “miracolo” di una nuova vita per John e per tante persone affette dalla sua stessa patologia.
L’iniziativa decolla subito e John diventa in poco tempo famoso per il suo modo di “concepire il commercio“.
E’ proprio lui a consegnare personalmente gli ordini ricevuti, creando così quel contatto umano che in una società come quella di oggi si perde nella confusione del quotidiano.
Probabilmente sarà proprio questa la chiave del suo successo.
In ogni scatola accuratamente preparata, John recapita ai suoi affezionati clienti delle deliziose caramelle ed un biglietto di ringraziamento per la fiducia accordata.
Piccoli gesti, che fanno una gran differenza.
Un vero e proprio business solidale
“Ad oggi, il fatturato della John’s Crazy Socks si aggira attorno agli 1,3 miliardi di dollari“, afferma orgoglioso papà Mark.
“Abbiamo creato 35 posti di lavoro e la metà sono persone con disabilità“,aggiunge.
John e Mark sono riusciti ad attivare oltre diecimila recensioni online. Il 96% delle segnalazioni conseguono una votazione di gradimento a 5 stelle.
Non solo notorietà e guadagni, dunque: la John’s Crazy Socks è prima di tutto un’ impresa solidale, e questo è dimostrato anche dalle somme di denaro che l’azienda devolve alle associazioni benefiche, prime fra tutte le Special Olympics, le associazioni sportive internazionali che organizzano, ogni 4 anni, i Giochi Olimpici Speciali. Abbattere ogni pregiudizio e barriera
La storia di John ha molto da insegnare alle nuove generazioni, ma soprattutto a tutti coloro che coltivano pregiudizi nei confronti di persone con la sindrome di Down.
Molto spesso, infatti, determinati lavori vengono loro preclusi per problemi cognitivi e di salute che vengono associati a questa patologia.
L’esempio di John deve spingere ognuno di noi a credere che ogni tipo di pregiudizio o barriera può essere superato.
Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, si è espresso sulla vicenda di questo straordinario e giovane imprenditore “speciale“, affermando che bisogna fare di tutto per garantire agli uomini e alle donne affetti dalla sindrome di Down la totale partecipazione nella società.
“Tutte le persone hanno pari dignità, diritto alla vita e libertà di perseguire la propria felicità” ha concluso il Presidente.
Un bel segnale di speranza per il futuro…