Cultura

Trilussa senatore in morte

Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri, nasce a Roma il 26 Ottobre del 1871. Giovanissimo divenne popolare in tutta Italia come rappresentante della poesia dialettale romanesca grazie alle numerose raccolte poetiche pubblicate e spesso anche recitate. Lavora come giornalista presso importanti testate dell’epoca, fra cui quella giunta fino a noi: Il Messaggero.

Tra le sue raccolte più importanti troviamo “Quaranta Sonetti, Favole Romanesche, Caffè Concerto. L’evoluzione artistica lo porta poi verso la parabola e la favola allegorica: dopo “Ommini e bestie”, del 1908, pubblica “La gente”, “Cento apologhi”, fino ad “Acqua e vino” (1944). Nel 1950 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nomina senatore a vita come omaggio ai suoi meriti artistici; ma la sua salute è talmente minata ormai, che lui scherzosamente dice: mi hanno fatto senatore in morte. Muore infatti solo 20 giorni dopo, a 79 anni, accudito dalla donna che fu l’amore della sua vita.

La nascita del poeta di Roma

Nasce in una famiglia di condizioni economiche molto modeste. Sua madre è una casalinga, suo padre un cameriere. Non fa in tempo a conoscere né la sorella, che morirà di difterite quando lui ha appena un anno, né il padre, che verrà a mancare due anni dopo. La famiglia verrà presa in carico dal marchese Ermenegildo De’ Cinque Quintili, molto legato a suo padre, che aveva avuto a servizio, e che per questo era diventato anche suo padrino.

Frequenta la scuola dei “Fratelli Cristiani”, ma a soli 15 anni abbandona gli studi per intraprendere un personale cammino da autodidatta. Possiede un talento per la poesia, soprattutto quella popolare, e già nel 1887 la redazione de “Il Rugantino”, decide di pubblicare il suo primo sonetto in dialetto romanesco “L’invenzione della stampa”. L’apprezzamento ottenuto, rappresenta il punto di partenza di quella che sarà una lunga e gloriosa carriera artistica.

Piazza Trilussa-Roma-fonte capitolivt.it
Piazza Trilussa-Roma-fonte capitolivt.it

Il poeta della gente

Trilussa è considerato il poeta della gente. Si fa strenuo difensore della dignità e della libertà dei popoli mettendo a nudo le ipocrisie di sovrani e capi di stato, in maniera trasversale, senza schierarsi mai; riesce tuttavia a mantenere un rapporto di equilibrio con tutte le autorità in carica. Il suo linguaggio ha il dono di essere comprensibile a tutti, all’operaio come al professore, al milanese come al siciliano. La sua è una poesia che ha parlato a tutti ed è stata di tutti.I suoi versi sono capaci di agitare chi lo legge o lo ascolta, con sentimenti diversi in un’amalgama di riso, di pianto o di sarcastica amarezza.

Trilussa attinge sempre e solo alla vita, alle immagini di tutti i giorni. Riesce a trarre dai fatti e dai comportamenti umani l’essenza più intima che trasforma in poesia spesso ironica e canzonatoria. Alto, elegante, disincantato, con il suo stile dissacrante, a tratti sferzante, il poeta romano si arma di satira per fustigare la falsa morale della piccola borghesia romana ed italiana del tempo.

Trilussa e Baglioni

Trilussa e Baglioni-fonte worpress.com
Trilussa e Baglioni-fonte worpress.com

..Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna;che se scanna e che s’ammazzzaa vantaggio de la razza…o a vantaggio d’una fedeper un Dio che nun se vede,ma che serve da riparo ar Sovramo macellaro…”.

Con questa poesia Trilussa ha ispirato il cantautore romano Claudio Baglioni che con la sua Ninna nanna nanna ninna, ha portato i versi del poeta anche all’orecchio dei giovani e dei giovanissimi. La canzone infatti è sempre presente nei concerti di Baglioni, e la sua esecuzione dal vivo non manca mai di commuovere qualsiasi tipo di ascoltatore, perché il mondo cambia per rimanere sempre lo stesso.

Cristina Di Maggio

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