Probabilmente pochi di voi conosceranno la storia della lista nera di Hollywood, stipulata nel 1950. “L’ultima parola-La vera storia di Dalton Trumbo” (stasera su Iris alle 21:00) parla proprio di questo e non solo.
Dalton Trumbo è probabilmente uno degli sceneggiatori più amati e celebrati della storia del cinema. Non crediate però che la sua esistenza sia stata tutta rose e fiori.
L’industria di Hollywood fu infatti vittima verso la fine degli anni ’40 degli effetti nefasti del Maccartismo, “caccia alle steghe” guidata dal senatore Joseph McCarthy atta a debellare la minaccia comunista.
Uno dei figli di questa iniziativa fu la famigerata lista nera che portò all’esilio (termine generoso, in verità) di tutti gli artisti accusati di simpatizzare o persino sostenere i comunisti. Uno di loro era proprio Trumbo.
Raccontare uno dei periodi più neri dell’industria cinematografica americana non era certo cosa facile, considerando il rischio di banalizzare la questione ma “Trumbo” riesce a farlo concentrandosi su uno dei perseguitati.
Diretto da Jay Roach (noto soprattutto per commedie come i film di Austin Powers) e sceneggiato da John McNamara, “Trumbo” è un ritratto della Hollywood dell’epoca dipinto attraverso gli occhi dello sceneggiatore.
Osservando il tutto attraverso gli occhi dell’autore di “Vacanze Romane”, assistiamo a un’esistenza personale e professionale clandestina ma sostenuta dall’amore di una moglie combattiva e una figlia desiderosa di imporsi.
Eppure “Trumbo” non è solo la storia di una famiglia ma anche una panoramica di tutti coloro che hanno subito gli effetti del maccartismo (il “traditore” Edward G. Robinson) e chi invece ci ha campato sopra (John Wayne e la disgustosa Hedda Hopper).
Tutte figure rappresentate da attori azzeccati e capaci di arricchire il film con la loro bravura (Diane Lane, Helen Mirren, Elle Fanning, Michael Stuhlbarg e soprattutto Stephen Root e John Goodman nel ruolo degli spudorati fratelli King).
La parte del leone è ovviamente riservata a Bryan Cranston, calatosi perfettamente nel ruolo di Trumbo. Imitandone le movenze e la parlantina, Cranston riesce a rendere Dalton una figura quasi eroica senza però esentarlo da difetti e abitudini bizzarre.
“L’Ultima parola-La vera storia di Dalton Trumbo” non è solo un film necessario per ricordare uno dei periodi più delicati della storia del cinema ma deve anche essere un monito per tutti coloro che sostengono l’Arte come una forma di libertà.
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