Cosa succederà, dopo l’elezione di Trump, in Asia? Dalle tariffe alle relazioni con Taiwan: le aspettative dei leader asiatici sulla presidenza Trump e le possibili ripercussioni economiche.

Con la rielezione di Donald Trump, l’Asia è in subbuglio. Se i mercati finanziari hanno reagito con incertezza, l’attenzione è ora rivolta alla strategia che il presidente intenderà adottare verso il continente. La prima presidenza di Trump ha inaugurato una fase di guerra commerciale, specialmente contro la Cina, e i timori che questa possa riaccendersi non sono infondati. Oltre alla Cina, le politiche di Trump potrebbero impattare pesantemente su Taiwan, Corea del Sud, Giappone e altre economie asiatiche. Ecco cosa si aspettano i leader asiatici dal prossimo mandato di Trump.

Trump in Asia e il confronto con la Cina: tra tensioni tariffarie e diplomazia pacata

La Cina ha già dimostrato segnali di apertura al dialogo, con il presidente Xi Jinping che ha inviato un messaggio di congratulazioni a Trump, auspicando una “nuova era di relazioni”. Tuttavia, la minaccia di Trump di aumentare i dazi fino al 60% su diverse merci cinesi solleva preoccupazioni. Durante il primo mandato di Trump, la Cina ha visto i dazi sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti triplicare. L’editoriale del Global Times, portavoce della leadership cinese, ha adottato un tono insolitamente moderato, invitando a una cooperazione reciproca e al rispetto delle differenze.

Nonostante le tensioni, l’interdipendenza economica tra le due nazioni è notevole: la Cina rappresenta uno dei principali mercati di esportazione per molti Stati americani, con oltre 70mila aziende statunitensi operanti sul suo territorio. La Cina si affida a questa collaborazione anche per ragioni strategiche, come la costruzione della fabbrica Tesla a Shanghai, simbolo dell’integrazione economica tra i due paesi.

Taiwan, Corea del Sud e Giappone: Trump in Asia e il dramma post vittoria

Il rapporto tra Stati Uniti e Taiwan si conferma cruciale, specialmente per il settore dei semiconduttori, che fa di Taiwan un partner strategico per Washington. Trump ha espresso perplessità riguardo al Chips Act, la legge che fornisce miliardi di dollari per portare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Le aziende taiwanesi come TSMC sono state beneficiarie di questi incentivi, ma l’incertezza sulla continuità di tali fondi potrebbe colpire Taiwan economicamente. Con Trump alla Casa Bianca, l’isola teme anche una politica di disimpegno che potrebbe favorire indirettamente le ambizioni cinesi.

Per la Corea del Sud, l’elezione di Trump rappresenta una sfida a più livelli. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha minacciato di imporre un dazio del 10-20% su tutte le importazioni e uno del 60% sui prodotti cinesi, un’iniziativa che potrebbe destabilizzare anche l’economia sudcoreana. Inoltre, le pressioni economiche di Trump potrebbero coinvolgere le spese per la difesa, costringendo Seoul e Tokyo a contribuire maggiormente ai costi della presenza militare americana. Una politica di isolamento aggressivo potrebbe persino mettere in discussione l’assistenza di Washington alla Corea del Sud.

Autocrati in sintonia con la politica di Trump

L’India e le Filippine si sono distinte per la prontezza dei loro leader a congratularsi con Trump. Modi e Marcos Jr., entrambi con una visione autoritaria e controversa della democrazia, vedono in Trump un alleato naturale. Modi ha definito Trump “mio amico” su X (ex Twitter), un messaggio che va oltre la diplomazia formale, lasciando intravedere una possibile complicità su questioni delicate, come le accuse statunitensi e canadesi riguardanti l’omicidio di attivisti sikh.

La rielezione di Trump presenta una sfida complessa per l’Asia. Mentre alcuni leader auspicano collaborazioni pragmatiche e mirate, altri temono ripercussioni economiche e strategiche. Gli alleati degli Stati Uniti, in particolare, si trovano di fronte a un bivio: da un lato, mantenere rapporti di sicurezza e difesa con Washington; dall’altro, gestire un presidente che guarda con scetticismo le alleanze tradizionali. In questo panorama, l’Asia si prepara a navigare in acque turbolente, con il futuro della sua stabilità economica e geopolitica ancora appeso a un filo.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine