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Settembre 18, 2024, mercoledì

Tutti gli amori di Sandra Milo e Fellini: “L’ho amato tantissimo”

Sandra Milo ha avuto molti grandi amori nella sua vita. È stata sposata quattro volte e ha dato alla luce tre figli, ma ha intessuto molte più relazioni sentimentali, come quella con il regista Federico Fellini: “Era meraviglioso, sapeva leggere nell’animo della gente. L’ho amato tantissimo”. All’epoca erano entrambi sposati, ma hanno vissuto comunque uno splendido flirt: “A volte i grandi sentimenti ti colpiscono in maniera così violenta che non ti puoi ribellare, non valgono le ragioni. Non sei tu che hai l’amore, è l’amore che si impossessa di te”.

L’incontro con Fellini a Cinecittà fu determinante come racconta a Il Corriere. «8½ fu un tiro del destino. In quel periodo mi ero ritirata dal cinema. Dopo Vanina Vanini, diretto da Rossellini, che era stato accolto malissimo al Festival di Venezia, ero distrutta: venni accolta dai fischi del pubblico. Il mio compagno di allora, mi disse non prendermela e di pensare solo a fare la moglie a casa. Ma Federico stava cercando il personaggio di Carla, l’amante ideale che doveva affiancare Mastroianni. Mi telefonò chiedendomi di fare il provino: io rifiutai, ma lui si era fissato e dopo qualche giorno mi manda a casa la sua troupe e, quando arrivai a Cinecittà, Marcello, un uomo straordinario, mi accolse dicendo: “Ben tornata a casa!”». Come ha conosciuto Fellini? «Ci presentò Flaiano a Fregene: io rimasi colpitissima dai suoi occhi stregati. Durante la lavorazione del film, me ne innamorai perdutamente, lui mi sentiva più che altro come una sua scoperta».

Poi il profondo legame con Bettino Craxi. «Ci conoscemmo a Milano: lo ricordo un ragazzone timido. La nostra relazione è durata due anni, ci frequentavamo a Roma, dove era diventato segretario del Psi. Ammiravo in lui l’amore che nutriva per l’Italia e gli italiani sono stati ingiusti con lui. È stato un periodo difficile per il nostro Paese»Tra i momenti difficili, lei ha vissuto in diretta alla strage di Fiumicino nel 1985.«Fu terribile. Era il 27 dicembre e mi trovavo all’aeroporto per accompagnare mia figlia Azzurra che partiva per New York. Mi ero allontanata per andare in farmacia. Sento gli spari, qualcuno pensa ai fuochi di fine d’anno ma io, che ho vissuto la guerra, ho subito capito che erano spari veri. Cominciai a correre come una pazza per raggiungere mia figlia, per fortuna era salva». Con il premio alla carriera, qual è un sogno irrealizzato? «I sogni sono tanti, non mi interessa tanto realizzarli. L’importante è sognare».

È una delle ultime, vere dive italiane e all’età di 87 anni è ancora una donna stupenda: Sandra Milo ha di recente posato per la copertina del magazine Flewid, in uno scatto affascinante e sensuale, che ha saputo rapire i lettori. La sua gioia di vivere è contagiosa, e ai microfoni della Bortone parla di felicità, un argomento difficile eppure per lei così importante: “Mi rende felice un raggio di sole che entra dalle tapparelle la mattina, mentre sono a letto. E poi il mio nipotino che ha 5 anni e mezzo, è intelligentissimo ed è la mia vita”.

E se oggi la vediamo così, sempre con il sorriso sulle labbra, nel suo passato si celano drammi che hanno lasciato un segno profondo, incancellabile. “Dopo la guerra abbiamo perso tutto” – ha rivelato la Milo. “Vivevo con mia nonna e una sorella più piccola. Ero molto legata a mia mamma, un giorno sono andata a trovarla in carcere e sono riuscita a parlare con lei attraverso la porta, scoprendo che era ancora viva. Avevo 12, 13 anni e non sapevo come tornare a casa la sera, da sola al buio”. Un’infanzia difficile, trascorsa in quello che, per il nostro Paese, è stato un periodo devastante.

Ma anche in età adulta Sandra Milo ha dovuto affrontare un momento particolarmente doloroso: sua mamma, quando aveva all’incirca 50 anni, si è ammalata di tumore ed è rimasta paralizzata. “Era una donna piena di vitalità, ma non voleva più vivere così. E poi aveva perso la speranza– ha spiegato l’attrice. Quindi è stata lei ad accompagnarla oltre la vita, in un passaggio che le ha scatenato una sofferenza indicibile: “Non ho rimorsi, l’ho fatto con grandissimo dolore perché l’amavo tantissimo“.

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