Un film per cambiare il mondo. Reale, umano. Penelope Cruz grida all’ingiustizia come Anna Magnani. Con la stessa pettinatura, la passione e l’espressione. L’attrice spagnola in veste di produttrice e protagonista, in un thriller-dramma diretto da Juan Diego Botto. Candidato a cinque premi Goya (gli Oscar di Spagna). “Tutto in un giorno” dal 2 marzo 2023 al cinema. Dove si posa leggera la mano del poeta Federico García Lorca.
Penelope Cruz come la Magnani
La sensualità caliente e gitana della Cruz, dalla ‘carne tremula’, un po’ madre e amante per Pedro Almodóvar, diventa espressione del dramma, delle difficoltà ai margini della società. Tra diritti negati e precarietà. “Non era nei piani fare un film che cambiasse il mondo, ma il cinema ha una responsabilità, un’influenza e un impatto molto forti, quando è fatto bene, funziona e genera energia. Ma credo anche che non si possa forzare o manipolare.” L’attrice aveva chiesto a Botto, al suo esordio alla regia, di scrivere una sceneggiatura su una coppia che affrontava un problema di gelosia e un’ingiunzione di sfratto. Quest’ultimo tema, è molto sofferto in Spagna, dove si registrano più di 100 sfratti al giorno. Ma da un’idea della co-sceneggiatrice e moglie Olga Rodriguez, Botto si è messo in contatto con assistenti sociali, assemblee condominiali, avvocati, e persone disadattate. Ne nasce un progetto diverso, che convince Penelope a sovvenzionare il lavoro ricco di verità.
Lo stesso Juan Diego Botto, recita in “Tutto in un giorno“, nei panni di Manuel, marito di Penelope Cruz. E Luis Tosar, interpreta un appassionato avvocato e attivista. L’attore aveva già lavorato con il regista in un episodio di “Tales of the Lockdown” (2020), una serie di cinque racconti sviluppati durante la pandemia. Botto, di origine argentina, nel cinema fin da bambino, lo ricordiamo nel ruolo di Diego, il figlio di Cristoforo Colombo, nel film di Ridley Scott 1492 – La conquista del Paradiso e nei panni di Felipe, l’assistente muto di Zorro nella serie tv d’inizia anni 90.
Tutto in una goccia..
Un film che non si preoccupa della scenografia. Dove ‘l’abrutimento’ serve a smuovere le coscienze. E dove ansia e affanno sono il fulcro. Si guardano con un nodo in gola le tre persone che devono fronteggiare la realtà di uno sfratto e hanno 24 ore di tempo per capire come fare. Azucena (Penélope Cruz), cassiera in un supermercato, è madre di bambino di sette anni. Coraggiosa, ma disperata perché rischia che la banca le porti via la casa. La sua vita è una lotta quotidiana fatta di ristrettezze con il marito operaio a quattro euro l’ora. Ha 24 ore per risolvere la situazione. Teodora (Adelfa Calvo), alle prese con le scelte di vita sbagliate e i fallimenti di suo figlio. Lei lo cerca per aiutarlo ma lui si nega affranto per il fallimento di un negozio. Po c’è Rafa (Luis Tosar), avvocato che ha come missione di aiutare realmente chi è in difficoltà senza trarne alcun vantaggio personale. Deciderà di sacrificare tempo e energie dedicate alla famiglia per una causa sociale in cui crede profondamente. Un caso di custodia, una ragazza araba rischia di vedersi togliere la figlia e lui farà di tutto per impedirlo.
“Al di sotto delle moltiplicazioni c’è una goccia di sangue…“. Le parole del poeta spagnolo Federico García Lorca sono ‘mantra’ per Botto. Significano che la realtà molto spesso viene nascosta dalle statistiche. E il pensiero corre ai 41,000 sfratti registrati ogni anno nella nazione. “Tutto in un giorno” è stato definito “autentico come un film di Ken Loach“. Ma bisognerà aspettare la notte dei Premi Goya, dove è candidato a 5 nomination: Miglior regista esordiente, Miglior attore (Luis Tosar) – Miglior attrice non protagonista (Penélope Cruz), Miglior attore esordiente (Christian Checa) e Miglior canzone originale. C’è un altro Cruz nel cast: Eduardo, fratello di Penélope, che è autore delle colonne sonore.
Lo disse Woody Allen
All’Italia non resta che il paragone con la sua Nannarela. Forse arduo. Ma il primo che accostò alla Cruz l’attrice romana, fu Woody Allen. Non certo ‘gocce d’acqua’. Ma il binomio regala a Penelope la suggestione dell’intensità del volto. Quei tratti segnati da sofferenza, di chi non ha cuor leggero se sta per perdere la casa.
Federica De Candia
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