Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Per la puntata di oggi abbiamo deciso dedicare il nostro racconto al drammatico conflitto in Ucraina. Lo abbiamo fatto ispirandoci ad una storia vera accaduta nei giorni scorsi sotto la metropolitana di Kiev durante i bombardamenti russi.
Stava aprendo gli occhi dopo qualche tempo. Intorno a se una luce fioca che tagliava il buio pesto. Non riuscì a capire per un attimo dove si trovasse. Anzi il sogno del lago meraviglioso che aveva fatto spinse Alina a pensare che la guerra non fosse mai esistita e che lei fosse ancora a casa sua. Si illuse che fosse una notte qualunque e che tra qualche ora avrebbe potuto tornare al suo lavoro da bibliotecaria. Poi il rumore lontano di un’esplosione gli ricordò la dura realtà di una follia umana che era arrivata a Kiev e in tutta l’Ucraina. Alina pianse e si tocco dolcemente la pancia cercando quanto di più prezioso una donna incinta avesse potuto portare con se.
Ucraina, cos’è la guerra
Alina si rivide accarezzarsi qualche giorno prima il suo pancione richiamando l’attenzione della sua bambina che stava per nascere. Parlava spesso con la piccola rassicurandola mentre la situazione diventava sempre più dura, “La guerra”, le diceva, “è un gioco che nessuno dovrebbe mai fare perchè non ci sono vincitori ma solo vinti. Meglio il gioco della pace dove tutti sono amici e dove ognuno vince l’amore dell’altro”. Alina sorrise pensando a quando la sua maestra gliel’aveva insegnato dopo che per giorni aveva litigato a scuola con due amichette a causa di uno stupido fermaglio rotto. Poi un dolore la riportò alla realtà mentre effettuava la respirazione che le avevano insegnato per le contrazioni.
Poco dopo usci perchè aveva l’ecografia e la visita ginecologica. Alina avrebbe dovuto andarci questa volta da sola perchè il suo Yuri si era arruolato per difendere la loro Ucraina. Si fece coraggio ed uscì in strada. Intorno a lei un enorme silenzio che faceva risuonare una detonazione interrotta qua e là dalle urla dei volontari e dal chiacchiericcio della folla di persone che facevano la fila di fronte ad un supermercato per fare scorte. Poi il rumore di un colpo di carro armato lontano. “Sono solo fuochi d’artificio”, disse Alina toccandosi la pancia e parlando alla bambina, “quando nascerai ci sarà una grande festa con papà, la nonna e il nonno e ti riempiremo di regali”. Poi una lacrima sul volto e il passo improvvisamente divenuto svelto riportarono Alina nel mondo presente.
Dov’ è tuo padre
Quando tornò a casa Alina pianse a dirotto mentre il mondo intorno a lei si sgretolava sotto il peso dell’orrore. Decise non di pensarci, di mentire a se stessa e di comportarsi come se tutto fosse normale. Si chiuse in cucina e cominciò a lavare alcune verdure che era riuscita a trovare. Si ricordò di suo padre, di quando le diceva sempre che il buon cibo scacciava i problemi. Per questo Alina decise di prepararsi un piatto di minestra calda. Era stata sempre forte da quando i russi avevano invaso l’Ucraina. Poi un improvvisa debolezza e il pensiero di Yuri che le ritornava nella mente ed infine ancora esplosioni sempre più vicine.
“Dov’è tuo padre?”, si chiese accarezzando il suo pancione. Poi sentì un sussulto e chiese alla piccola di calmarsi. “Tuo padre in questo momento sta tornando da noi”, le disse, “ha con se una torta bellissima perchè tra poco tutto questo sarà finito”. In un attimo una sirena e lacrima ruppero l‘idillio. Alina corse velocemente le scale per uscire e rifugiarsi nella vicina metropolitana. Poi i dolori e le acque che si ruppero. Alina urlò prima di svenire mentre due persone in strada la portarono via lontano inoltrandosi nell’oscurità della metro.
Epilogo
Alina lentamente si riprese mentre l’odore penetrante del tunnel della metro l’aiutava orientarsi. Tutt’intorno rumore di esplosioni e paura . Alina cominciava a ricordare gli attimi concitati del suo travaglio, del parto e a riappropriarsi del suo corpo. Si mosse nella semi oscurità cercando la piccola. Urlò di paura credendo che gliel’avessero portata via. Poi il silenzio interrotto dal pianto di una neonata. Alina aprì gli occhi accanto a se. La bimba le sorrise e Alina percepì che di fronte a lei qualcosa era cambiato. Tra le sue braccia stringeva una vita, una speranza.
Stefano Delle Cave
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