Ucraina, Zelensky: “5mila bimbi deportati in Russia”

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Di Redazione Metropolitan

Circa 5.000 bambini sono stati deportati” dalla regione di Mariupol in Russia dall’inizio dell’invasione russa”, ha detto Zelensky. Intanto a Mariupol un gran numero di civili tra donne, anziani e bambini si è rifugiato nell’acciaieria Azovstal, dove si nascondono le ultime forze militari ucraine rimaste nella città assediata, compreso il battaglione nazionalista Azov.

 Circa 5.000 bambini sono stati “deportati” dalla regione di Mariupol in Russia dall’inizio dell’invasione russa: lo ha detto il presidente ucraino Vlodoyr Zelensky nel corso dell’intervista alla Cnn trasmessa ieri. “Circa 5.000 bambini sono stati deportati da questa regione nella parte della Russia perché non gli hanno permesso di andare nella parte dell’Ucraina”, ha detto Zelensky nell’intervista. Quei “bambini. Dove sono? Non lo sa nessuno”.

“Le truppe russe si stanno preparando per un’operazione offensiva nell’est del nostro Paese. Che inizierà nel prossimo futuro”, ha detto Zelensky nel suo ultimo videomessaggio.
 “Vogliono letteralmente distruggere e mettere finire al Donbass – ha aggiunto il presidente ucraino -. Mentre stanno distruggendo Mariupol, vogliono spazzare via anche altre città e comunità nelle regioni di Donetsk e Luhansk”. E nelle ultime ore proprio le autorità del Luhansk hanno invitato i residenti a evacuare immediatamente la regione sudorientale. “La prossima settimana potrebbe essere difficile. Questa potrebbe essere l’ultima volta che abbiamo ancora la possibilità di salvarvi”, ha detto il capo dell’amministrazione regionale Sergei Gaidai.

Un consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andriushchenko, ha detto che le forze russe hanno annunciato che da oggi Mariupol sarà chiusa in ingresso e in uscita e che gli uomini che resteranno in città “saranno controllati” per essere “ricollocati”. Un gruppo per i diritti umani della Crimea ha denunciato inoltre che i russi avrebbero portato via con la forza da Mariupol circa 150 bambini, 100 dei quali ricoverati in ospedale, per condurli “nel Donetsk occupato e nel Taganrog russo”.