Le polemiche in tema di Celebrazioni Eucaristiche, ormai giunti alla soglia del Natale, non esitano ad esplodere. Sembra di vivere un déjà-vu che ci catapulta alla scorsa primavera, quando il Governo decise di mantenere le Chiese aperte proibendo, però, le Messe in forma pubblica. Queste, infatti, furono trasmesse in diretta televisiva consentendo comunque ai fedeli di partecipare “a distanza” alla Liturgia stessa. In seguito, i religiosi ottennero qualche concessione, come appunto la possibilità di recarsi nella Casa di Dio seppur nel rispetto di numerose regole per il contenimento del virus.
Il problema si sta presentando nuovamente e il Governo, tra un Dpcm e l’altro, cerca di trovare un compromesso e contemperare l’adozione di misure restrittive (anche se allentate rispetto a prima) con la volontà di far trascorrere agli Italiani un periodo festivo non troppo atipico (per quanto ciò possa essere possibile).
Anche la Commissione Europea si esprime in merito: dalla bozza del documento rivolto agli Stati membri e contenente le linee guida per Natale, trapela l’intenzione del divieto delle funzioni religiose. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, vorrebbe evitare gli errori commessi durante l’estate e dice: “Un rilassamento troppo celere ed eccessivo delle misure diventa un rischio per una terza ondata dopo Natale”. Aggiunge: “So che chi ha negozi, bar, ristoranti vuole la fine delle restrizioni, ma dobbiamo trarre insegnamenti dall’estate evitando di ripetere gli stessi errori”. Nel documento, quindi, si chiede di rinunciare alle cerimonie in presenza poiché favorirebbero gli assembramenti e di sostituirle con iniziative online, in Tv oppure alla radio. Sono, inoltre, ancora richiesti il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine, il mantenimento del coprifuoco anche il 31 dicembre e, naturalmente, prudenza e cautela.
Queste linee guida hanno indignato Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, il quale dice: “Messe di Natale? L’Europa si occupi di altro“. Continua la sua critica: “Se fosse così, vorrebbe dire che è ben poco rispettosa dei nostri sentimenti religiosi. Che l’Europa si occupi anche delle Messe di Natale vuol dire che qualcosa non funziona”.
Interviene anche Matteo Renzi definendo il tutto “discussione surreale” e afferma: “La priorità immediata per la politica è organizzare la distribuzione del vaccino utilizzando le eccellenze Italiane del settore. Su questo sarà misurata l’efficacia della risposta alla pandemia e non sulle discussioni sul numero di partecipanti al Cenone o sull’orario delle Messe”.
Da menzionare ovviamente anche il Consiglio Episcopale Permanente che si è riunito in sessione straordinaria per una condivisione sulla situazione legata alla pandemia e sulle nuove vie di azione pastorale. Il Monsignor Mario Meini, Pro-Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e i Vescovi Italiani invitano a celebrare la Messa di Natale con massima responsabilità e prudenza, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme. A tal riguardo, evidenzia: “Siamo certi che sarà così anche nella prossima solennità del Natale e continuerà ad essere un bel segno di solidarietà con tutti”. Il Monsignore continua: “Nonostante le fatiche di questa fase storica, si moltiplicano i semi di speranza; come Comunità Cristiana siamo chiamati a saper vedere e valorizzare, collaborando a diffondere una cultura che chiede fiducia nel domani“.
Infine, è rilevante aggiungere che Papa Francesco rinuncerà a recarsi in Piazza di Spagna l’8 dicembre, come da tradizione, per l’Atto di Venerazione dell’Immacolata. Il Santo Padre celebrerà la solennità dell’Immacolata Concezione in forma privata in Vaticano e da lì farà la sua Benedizione su Roma, sui suoi abitanti e su tutti i malati del mondo. Per la Benedizione Apostolica Urbi et Orbi, invece, attendiamo le decisioni sulle modalità di svolgimento.
Enrica Valentini