Gli ultras della Lazio sono sempre stati diversi, antisistema, contro tutto e tutti, anche contro il loro presidente, ma il loro apporto alla squadra ha portato la curva ad essere il vero uomo in più in campo. Il nostro viaggio nelle tifoserie italiane riparte dagli ultras della Lazio. Tifosi particolari e molto decisi, la politica a farla da padrona ma sempre con due colori in testa, il bianco e il celeste.
Gli ultras e la storia: gli Eagles
Il tifo organizzato della Lazio è il primo a comparire in Italia, addirittura nel 1932. Durante un derby di quell’anno, esattamente il 23 ottobre, il gruppo Paranza Aquilotti diede vita alla prima coreografia in uno stadio italiano.
Successivamente, nel secondo dopoguerra, nascono i Circoli Biancocelesti seguiti dai Lazio Club. Ma solo a fine anni ’60, grazie a personaggi come Leonida e Luciano, nascono i veri gruppi organizzati come Le Aquile, i Nab, i Tupamaros ecc. Nel 1971 nasce il primo vero e proprio gruppo ultras organizzato, i Commandos Monteverde Lazio, CML ’74 qualche tempo dopo, che si inserisce in Curva Sud.
Nel ’76 nascono i G.A.B.A (i Gruppi Associati Bianco Azzurri), gruppi più o meno grandi che si riuniscono tutti insieme. L’anno dopo da questo grande sodalizio, nasce uno dei gruppi più famosi e trascinanti del tifo laziale, gli Eagles Supporters. Ancora oggi questo gruppo detiene un record incredibili: uno degli striscioni più lunghi mai realizzati, quello del gruppo stesso, di ben 54 metri.
Gli ultras e gli Irriducibili
Per un decennio gli Eagles comandano totalmente il movimento ultras della Lazio, nonostanste la nascita dei Viking, il primo gruppo veramente politicizzato o comnque con orientamento politico (destra). Nel 1987 però sbarca in Curva Nord un gruppo di ragazzi, che staccatosi dagli Eagles, andrà a formare in breve tempo il nucelo più numeroso del tifo organizzato biancoceleste, Gli Irriducibili.
Questo gruppo si distingue subito, a partire dal simbolo, Mr. Enrich, personaggio di un fumetto inglese. Se inizialmente affiancano gli Eagles, nel momento in cui questi ultimi si sciolgono (1993), stravolgono completamente il concetto di tifo in Curva Nord. Spariscono i tamburi e il frastuono, il supporto alla squadra diventa totalmente all’inglese.
Gli Irriducibili negli anni si ingrandiscono e iniziano a diventare protagonisti di incidenti da stadio, diffide e per la morte di uno degli esponenti del gruppo, “Cupido” Claudio Marsili, in uno scontro a fuoco. Una delle iniziative più eclatanti fu la protesta di piazza per bloccare il trasferimento di Giuseppe Signori al Parma.
Il nuovo millennio e lo scudetto
Sappiamo tutti che all’alba del nuovo millennio, la Lazio aprì la nuova era con il secondo scudetto della storia. Al contempo la Curva Nord era saldamente nelle mani degli Irrducibili, ma in compagnia di altri gruppi più o meno grandi come il C.M.L., i Viking Lazio (scioltisi nel 2005), gli Ultras, il gruppo Anni ’70, il Manipolo, e i Lazio Fans.
Nacquero anche nuovi gruppi come la Banda Noantri e gli In Basso a Destra, che ingloberanno molti ragazzi della Banda, dopo la scioglimento del 2007 per gravi problemi interni oltre che di ordine pubblico.
Nella stagione 2002/03 la dirigenza dell’Aquila decide di ritirare la maglia numero 12 e “donarla” agli Irriducibili, come riconoscimento al grande apporto del gruppo ala squadra. Il 21 marzo del 2010 avviene quello che non ci si aspettava, dopo 23 anni, durante Cagliari-Lazio, gli Irriducibili decidono di lasciare il comando della curva.
I gruppi dell’ex Banda Noantri e In Basso a Destra decidono a quel punto, avendo loro il comando di tutto, di riunire tutti i gruppi della Nord in uno unico, gli Ultras Lazio Curva Nord. Da questo momento non si vedranno più problemi in Curva Nord, ma solo unione e incitamento verso la squadra. L’unione negli anni si è vista anche nelle proteste verso il presidente Lotito, contestato unanimamente a più riprese dal tifo laziale.
Gemellaggi e rivalità
A livello nazionale i gemellaggi più forti sono sicuramente con la Nord dell’Inter e la curva giuliana della Triestina. Numerosi i gesti negli anni di rinsaldamento dell’amicizia: i romanisti ricordano ancora la strana partita del 2 maggio 2010, quando la Lazio non oppose una grande resistenza nel match che di fatto consegnò lo scudetto ai nerazzurri a discapito dei cugini giallorossi. In un match di Coppa Italia contro la Roma i tifosi della Triestina invece levarono in curva i vessilli biancocelesti, come richiamo alla forte amicizia.
Altre amicizie a livello internazionale, anche veri e propri gemellaggi, esistono con il Real Madrid, l’Espanyol e il Wisla Cracovia (nato nel 2015), con presenze reciproche molto frequenti, soprattutto in campo europeo.
Il più grande odio sportivo della Lazio è certamente di origine campanilistica verso i cugini della Roma, con cui condividono città e stadio. Un odio aumentato il 26 maggio 2013, quando i biancocelesti batterono per 1-0 in finale di Coppa Italia i giallorossi con gol di Lulic. Da quel giorno, anche attraverso i social, ricorre la frase “E quando vi passa!“, motivo che ricorda ai romanisti l’avvenimento, nonostante i 5 derby consecutivi vinti dalla Roma dopo quella data.
Come se non bastasse, 4 anni dopo la Lazio battè nuovamente in Coppa Italia la Roma in semifinale stavolta, approdando in finale grazie al 2-0 dell’andata, a nulla valse il 3-2 del ritorno in favore dei cugini. Altre rivalità ci sono con il Napoli, a causa di uno vecchio gemellaggio dei partenopei con la Roma. Altrà forte rivalità derivante dall’odio verso l’Inter, è quella con la Juventus, quest’anno rinfocolata dalla lotta scudetto.
Altre forti rivalità nascono per ragioni politiche con l’Atalanta, negli anni ’70 nascono quelle con Pescara, Perugia e Ternana. Nel decennio successivo scoppiano quelle con Sambenedettese, Campobasso, Genoa, Sampdoria e Pisa. Successivamente scoppieranno quelle con Fiorentina, Bologna, Torino, Lecce e Foggia e quelle con Modena e Livorno per ragioni prettamente politiche. Esiste da sempre la rivalità con il Milan, prettamente per l’amicizia che lega interisti e laziali, acuita nel 1999, quando i rossoneri vinsero il titolo proprio ai danni dei romani in rimonta. A causa di questa rivalità, i laziali non possono vedere i bresciani, molto amici dei milanisti.
Scudetto? A Formello ci credono
Se questa estate i tifosi hanno anche duramente contestato la dirigenza per un mercato non altisonante, la stagione ha portato gli stessi a ricredersi. La Lazio occupa attualmente il secondo posto in classifica, cosa che non accadeva da tanto tempo, ma soprattutto è a un solo punto dalla Juventus capolista. La distanza in classifica dai cugini della Roma (17 punti), sta facendo gongolare il mondo biancoceleste e infuriare contro la dirigenza giallorossa i tifosi romanisti, alimentando la rivalità.
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