Un tribunale rivoluzionario di Mazandaran, nel Nord dell’Iran, ha condannato a morte un manifestante di 18 anni, Arshia Takdastan, con l’accusa di “guerra a Dio e corruzione sulla Terra”.

Lo riporta la Bbc nella sua edizione in farsi rilanciando quanto riferito dall’agenzia della magistratura Mizan Online. Takdestan, originario della città di Nowshahr, ha preso parte alle manifestazioni anti-governative in corso ormai da quasi quattro mesi in tutto l’Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amini in custodia della polizia morale.
La magistratura lo ritiene colpevole di “crimini su larga scala contro la sicurezza interna e distruzione di proprietà che ha causato grave disturbo all’ordine pubblico, insicurezza e gravi danni alla proprietà pubblica”. Si tratta di una sentenza del tribunale primario e può essere impugnata dinanzi alla Corte suprema. Sono già 2 le condanne a morte eseguite alla fine del 2022 e una ventina in totale i condannati all’impiccagione a seguito delle proteste antigovernative contro gli ayatollah guidati da Ali Khamenei.