Poco più di un anno fa, nella mia prima recensione su questa piattaforma, parlai proprio di “Un Marzo da Leoni” , o come è conosciuto in patria, “3-Gatsu no Lion”. Già all’epoca come ora, lo considero uno dei migliori titoli degli ultimi 10 anni. Se volete recuperare le mie prime impressioni su quest’opera, troverete l’articolo cliccando su questo Link. Oggi torno qui a parlarvene nuovamente in seguito all’uscita della sua seconda stagione su Netflix, insieme a quella precedente. Avviso fin da subito che nonostante non sia un’opera che si possa realmente rovinare facendo spoiler, per quanto mi sia concentrato nel non raccontare alcun evento specifico, in linea generale qualche frase o opinione potrebbe farvi intuire alcuni probabili eventi. Quindi se siete particolarmente sensibili agli spoiler, tornate qui dopo averla visionata… io vi ho avvertiti.
Trama
Rei Kiriyama è un ragazzo sfortunato che fin da giovanissimo, rimane orfano. Viene adottato dalla famiglia di uno amico del padre. Nonostante la sua buona volontà, la sua presenza creerà non pochi conflitti fra i membri della sua nuova famiglia adottiva. Così appena possibile, Rei sfrutta il suo incredibile talento per il gioco dello shogi, per andare a vivere solo a Tokyo. Egli però continua a condurre un’esistenza silenziosa e solitaria, tormentato da ricordi e sensi di colpa. Fino a quando un giorno non conosce tre sorelle che vivono poca distanza da lui: Akari, Hinata e Momo. Esse convinceranno Rei ad imboccare un lungo e difficile percorso per il cambiamento. Ciò lo aiuterà a creare nuovi e numerosi legami che lo porteranno a crescere sia come persona che come giocatore professionista di shogi. L’arte di un gioco che ha una storia secolare affascina, coinvolge, seduce… e può anche salvare una vita.
Recensione & Opinione
L’adattamento anime riprende le vicende esattamente da dove la prima stagione ci aveva lasciato. Ad aiutare ciò è complice una narrazione che fa conto realmente dei capitoli originali, utilizzando il loro titoli come transizione tra uno stacco e l’altro. Questo non può far altro che piacere, anche perché testimonia l’accuratezza col quale l’opera viene adattata senza filler di alcun tipo.
I personaggi…
Rei è notevolmente cresciuto psicologicamente dopo gli eventi dell’ultima stagione. Più maturo e sicuro di se, cercherà di aiutare la piccola Hinata coi suoi nuovi e tremendi problemi scolastici. Fa piacere constatare che
“Un Marzo da Leoni” continui a spaziare fra vari argomenti sensibili, sempre con una certa eleganza senza sfociare mai nel banale e risolvendo le questioni con soluzioni mature e realistiche. Alcuni criticano l’opera per l’eccessivo buonismo, ma non sono assolutamente d’accordo, anzi è mia opinione che alcune trovate dell’autrice siano abbastanza fredde e fin troppo logiche. A mio avviso queste critiche testimoniano, più che altro, il grande talento di Chika Umino nel saper coinvolgere emotivamente ogni suo lettore o spettatore.
Interessante anche l’approfondimento di Toji Soya, l’imbattibile meijin che sotto la sua maschera di fredda perfezione nasconde una fragilità psicofisica disarmante. O anche quella del vecchio Sakutaro Yanagihara, giocatore veterano di shogi che nonostante l’età avanzata continua a lottare con forza e decisione per mantenere viva il più a lungo possibile la sua carriera da grande professionista.
Qualità tecniche
Le qualità tecniche di “Un Marzo da Leoni” sono rimaste praticamente invariate, se non migliorate ulteriormente. Lo studio Shaft continua a fare un lavoro eccezionale, tramite le sue animazioni “pastellose” e immediatamente riconoscibili. Soundtrack di altissimo livello, in grado di accompagnare egregiamente la storia, impreziosendo ogni singolo momento.
Conclusione
“Un Marzo da Leoni” continua per la sua strada narrativa, mantenendo sia la sua qualità che il suo carico emotivo. Approfondisce ulteriormente i suoi personaggi secondari e prosegue nel raccontare le vivende di Rei, Akari, Hinata e Momo. Cosa si può pretendere di più? Lo consiglio caldamente a tutti coloro sono in cerca di un anime maturo e coinvolgente. Una perla del genere “Slice of Life“. Voto personale 8.5 / 10.