Una festa di compleanno che si è trasformata in tragedia. È successo ieri sera ad Alessano, in provincia di Lecce, dove un ragazzo stava celebrando la ricorrenza in strada, con i suoi amici. Il ventiseienne aveva assunto del protossido di azoto, la cosiddetta “droga della risata”, inalandolo attraverso un palloncino; subito dopo, ha accusato un malore.
Tempestive le chiamate al 118 ma i soccorritori, giunti sul luogo, non hanno potuto fare nulla per il giovane, che è morto. Il corpo è stato trasportato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove i medici effettueranno l’autopsia. Oltre a stabilire le cause del decesso, si dovrà capire se la sostanza possa essersi innestata su patologie pre-esistenti.
Cos’è la “droga della risata” e quali sono i suoi rischi
Inalare il protossido di azoto, goliardicamente definito “droga della risata”, è una delle tendenze più in voga del momento tra i giovanissimi, nonché una delle più preoccupanti. Se, infatti, l’effetto superficiale può provocare ilarità e risultare “divertente” per qualcuno, questa sostanza nasconde delle insidie altamente nocive per la salute. Oltre ai rischi legati alle modalità d’impiego, l’assunzione a lungo termine può indurre carenze di vitamina B12, tra le maggiori cause di seri disturbi neurologici.
In campo medico, questo gas viene usato sia come analgesico che come anestetico, oltre che in ambito pediatrico, durante il travaglio e dai dentisti. L’organismo tende a smaltirlo nell’arco di pochi minuti; in piccole dosi, dunque, non è dannoso. Da secoli è inoltre utilizzato anche per i suoi effetti psicoattivi come rilassamento, euforia e distacco. Proprio queste sensazioni spingono i ragazzi ad abusarne, un trend in crescita continua in tutta Europa, grazie anche al suo basso costo e all’elevata reperibilità. Uno “sballo” a portata di mano che, come dimostrano i fatti di lecce, può avere un epilogo drammatico.
Federica Checchia
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