Cultura

”Uno squillo per Joséphine”, amore e rivoluzione nel romanzo di Emanuela Esposito Amato

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Uno squillo per Joséphine, il nuovo romanzo di Emanuela Esposito Amato edito Guida Editori; una narrazione sull’amore, la perdita di fiducia e il momento di ”spaccatura” fra due persone innamorate che segna il punto di non ritorno.

Uno squillo per Joséphine, la narrazione di un amore moderno

Nel romanzo Uno squillo per Joséphine di Emanuela Esposito Amato si racconta una storia che parla di perdita di fiducia. Un punto di non ritorno in cui due persone un tempo innamorate sanno di dover decidere; continuare a stare insieme, seppur consce di essere cambiate irrimediabilmente, o perdersi per sempre. Dalla postfazione di Annella Prisco:

«Originale la tecnica, già sperimentata dall’autrice nel suo precedente romanzo, del doppio io narrante; crea movimento a tutta la narrazione, suscitando a volte un’amara riflessione per la difficoltà delle figure di mettersi a nudo ed essere veramente sé stesse. Ognuna di loro filtrata spesso dietro schemi talvolta convenzionali; proprio per questo ingombranti, perché d’impedimento al libero fluire del proprio sentire».

In questa vicenda si incontrano infatti personaggi che indossano pesanti maschere per non rivelare la loro vera natura. Tra inganni perpetrati con egoismo e travestimenti indossati per paura di non essere accettati, si snoda una trama che coinvolge Joséphine; una donna italo-francese con la passione per l’antiquariato e il cake design. Massimiliano, invece, è suo marito e architetto di successo; Domitilla, grande amica della protagonista e con una vita complicata a causa di disturbi alimentari. E, ancora, Roberto che negli anni ha ricoperto un ruolo in cui non si riconosce più; scelto dolorosamente per poter sopravvivere e per uscire dalla condizione di indigenza in cui versava da ragazzo.

I due coniugi vivono un momento difficile nel loro matrimonio: sono infatti tre anni che cercano di avere un figlio senza riuscirci.

«Un disagio che si sta tramutando in rifiuto, che sta scuoiando la mia pelle portando in superficie la carne viva, pulsante di dolore. “Non c’è nulla di cui vergognarsi” mi ripeto. E invece sì! Ci si vergogna sempre dei fallimenti. Comunque la si voglia rigirare, non restare incinta è considerato da tutti un insuccesso. Mi sento sola a combattere contro i vuoti del mio utero e del mio animo. Sola».

Le pressioni di Massimiliano e di sua suocera Amalia fanno sentire la donna inadeguata e difettosa; persa in un turbine di sofferenza, decide di dedicare tutte le sue attenzioni all’inaugurazione del nuovo locale che gestirà con Domitilla, in cui venderà preziosi pezzi di antiquariato e i suoi squisiti dolci. Mentre Joséphine combatte con i suoi demoni, intreccia il suo cammino con quello di Roberto: egli rappresenta la miccia che innescherà una serie di cambiamenti che porteranno tutti i personaggi a fare i conti con la loro esistenza.

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