Il Pentagono ha ammesso che l’attacco con drone a Kabul poco prima del ritiro delle truppe Usa ha colpito un veicolo sbagliato e ucciso 10 civili innocenti: lo ha detto il generale Kenneth McKenzie, del comando centrale Usa, porgendo le più profonde condoglianze ai famigliari delle vittime. Nonostante i dubbi emersi sui media Usa e le denunce dei famigliari delle vittime, finora il Pentagono aveva difeso lo ‘strike’ diretto contro una “minaccia imminente”, affermando che si trattava di kamikaze diretti verso l’aeroporto di Kabul.

Tra le vittime sette bambini. Un tragico errore”: cosi’ il generale Kenneth McKenzie ha definito l’attacco con drone. 

Adesso, Washington cambia bruscamente versione confessando l’assenza di legami tra quelle 10 vittime a bordo del mezzo e la galassia terroristica. Il Comando centrale Usa ha infatti spiegato in questi giorni che è “improbabile” che il veicolo colpito e le persone che erano a bordo “fossero associate con l’Isis-K o una diretta minaccia alle forze Usa”. L’autista, inoltre, era dipendente da lungo tempo di una organizzazione umanitaria a stelle e strisce.

McKenzie si è così assunto “la piena responsabilità dell’accaduto”, invocando perdono per la pianificazione approssimativa del raid: “Questo attacco era stato lanciato nella ferma convinzione che avrebbe sventato una minaccia imminente alle nostre forze e agli sfollati all’aeroporto, ma è stato un errore e presento le mie sincere scuse“.