Il “Vate” Valerio Bianchini, ospite di “Casa Sky Sport”, ripercorre la vittoria dello Scudetto 1982/1983, conquistato alla guida della Virtus Roma. Tra l’altro unico tricolore dei capitolini. Un’affermazione di valenza storica. Il Banco Roma è la prima squadra a strappare il titolo alle potenze del nord Italia. La Milano di Dan Peterson si è dovuta arrende alla voglia di vincere di un gruppo guidato da un fuoriclasse come Larry Wright. Una squadra capace, poi, di imporsi anche in campo europeo l’anno seguente.

Nel 1983 i romani scoprirono la pallacanestro. Lo Scudetto che arrivò finalmente al Sud, ruppe un incantesimo. Come battemmo quella Milano in finale? Evitammo la marcatura a uomo su Wright e riuscimmo a vincere. Era una squadra che due anni prima era in A2, nessuno pensava potesse vincere lo scudetto. Fu il gruppo dei romani, unito a un fuoriclasse come Wright, a trascinare quella squadra”

Valerio Bianchini
Valerio Bianchini, in 3 occasioni coach della Virtus Roma (All-around.net)

Bianchini ha modo anche di ricordare anche la storia di riscatto vissuta sulla pelle della sua stella. Quel Larry Wright che partendo dalla sofferenza degli anni dell’apartheid è riuscito a ritagliarsi un ruolo da simbolo della Roma di quegli anni.

Visse l’apartheid in Louisiana, aveva sofferto per tutto questo e aveva capito che per avere successo poteva essere o un musicista oppure un giocatore. Fu cresciuto dalla nonna, che gli diede grandi impulsi: una volta si trovò una montagna di piatti da lavare, ma preferì andare a giocare. Io lo seguii, con grande orgoglio volle rappresentare una città come Roma che nel basket non aveva mai eccelso”

Valerio Bianchini, messaggio a Edi Rama

Il Vate racconta, poi, di aver incontrato in passato Edi Rama, premier dell’Albania. I due si sono incrociati quando Valerio Bianchini allenava Pesaro e sfidò una squadra albanese.

Fu un’esperienza straordinaria, quando lo conobbi era l’interprete messo a disposizione della Scavolini. Era un artista, sognava di varcare l’Adriatico. Ho ancora un suo quadro e dopo pochi anni me lo ritrovai sindaco di Tirana e ora Premier. Ci siamo rivisti anni dopo per una vacanza: ho capito lì che era un grande leader”. 

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