Attilio Caja, da circa tre anni e mezzo allenatore della Openjobmetis, racconta a Metropolitan Magazine non solo di Varese, ma anche della sua pallacanestro, dei suoi italiani e della prossima sfida contro l’Olimpia Milano.

Pallacanestro Varese, il campo è un ricordo lontano

L’ultima volta in cui l’Openjobmetis è scesa in campo era il 26 gennaio per la sfida contro la Fortitudo. Sono 42 i giorni che separano quella partita dall’8 marzo, giorno in cui Varese affronterà la squadra di Ettore Messina. Un periodo di stop forzato dalle circostanze, deciso dall’impegno della Coppa Intercontinentale della Virtus, dal turno di riposo, dalla pausa delle Final Eight e delle qualificazioni e, ora, dall’emergenza del coronavirus.

“Una situazione davvero anomala (dice Attilio Caja), fuori dal nostro controllo. Per settimane abbiamo dovuto lavorare quasi come impiegati, alla ricerca del nostro equilibrio. Non è stato sempre facile mantenere alta la concentrazione, ma avere una squadra così disponibile mi ha aiutato tanto. L’unica nota positiva è l’aver avuto la possibilità di inserire con calma Justin Carter (arrivato il giorno dopo il match contro la Fortitudo) e insieme a lui prepararci al meglio“.

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Justin Carter, innesto del’ Openjobmetis Varese. In Italia ha giocato anche a Sassari.
(photo credits: Pallacanestro Varese)

Pallacanestro Varese, Caja: “ci auguravamo di essere dove siamo ora”

“Ci aspettavamo di essere in questa posizione? Beh, ce lo auguravamo“.

Oggi, Varese è dodicesima, con una partita da recuperare (vs Virtus Bologna). La classifica corta della Serie A può ingannare, infatti i biancorossi si trovano a sei lunghezze di margine dalla penultima Trieste e a 4 punti dalla zona playoff. Un bilancio tutt’altro che scontato in una stagione così difficile. Nonostante i risultati altalenanti, la squadra di Coach Caja ha dimostrato sempre di saper reagire.

“Quest’anno siamo ripartiti da capo. La squadra era al 70% nuova. Molte squadre hanno cambiato faccia e fanno molta fatica, ma cambiare è fisiologico. Ci vuole tempo per conoscersi, mettersi nelle migliori condizioni. Questo fa parte dello sport. Obiettivi? Il nostro obiettivo è sempre stato quello di una salvezza tranquilla, avere margine sulle zone più basse e poi provare a giocarcela. Il cammino è ancora lungo, dobbiamo rimanere sul pezzo e mantenere alta l’attenzione, perchè le squadre cambiano velocemente ossatura”.

Tambone e Ferrero, orgoglio italiano

Facciamo un salto indietro nel tempo a dicembre 2016. Matteo Tambone è un giocatore di Ravenna in A2 e Giancarlo Ferrero si trova ai margini di una Varese ultima in campionato. Oggi, dopo tre anni di Attilio Caja, il primo ha raggiunto la prima qualificazione in nazionale e il secondo è capitano della Openjobmetis. Entrambi sono diventati due elementi imprescindibili per la squadra lombarda.

“Sono molto contento per loro. Sono ragazzi estremamente seri e ogni risultato lo ottengono perché si allenano nel miglior modo possibile e se lo meritano. Matteo ha fatto due anni molto positivi. Quest’anno gli sto chiedendo un lavoro più da guardia che da play, come era abituato, e sta avendo le migliori cifre e il miglior minutaggio della sua carriera in Serie A. Giancarlo, quando sono arrivato, non faceva parte del progetto, ma sapevo che serviva un altruista come lui in un contesto di individualisti. Ha preso tantissima fiducia e cresciuto molto. E’ un ragazzo generoso e determinato e in campo dà una grande sicurezza”.

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Matteo Tambone con la maglia della nazionale.
(photo credits: OA sport)

“Milano? Grandi squadre, grandi stimoli”

Questi stimoli Attilio li conosce bene. Allenatore dell’Olimpia in due parentesi (2002-2004 e 2007-2008), entrambe positive. I tifosi di Varese ricorderanno amaramente la sfida al Forum del novembre 2007, in cui proprio l’attuale coach varesino rimontò incredibilmente un derby con solo italiani (tra cui Gallinari e Aradori) e comprimari in campo nei momenti decisivi, portando l’Olimpia ad una storica vittoria.

“Ho sensazioni positive. E’ stimolante confrontarsi contro una squadra top e un allenatore come Ettore. Certo, giocare con i migliori ti provoca preoccupazione, ma soprattutto grande carica. A Milano ho ricordi bellissimi. E’ passato tanto tempo, ma è sempre piacevole pensarci. E’ stata una tappa importante di una lunga carriera”.

Varese ospiterà una Milano in difficoltà e il clima caldo del Lino Oldrini sogna un pomeriggio magico e folle, alla ricerca di un’impresa. Perché la storia ci insegna che con Varese e con Attilio Caja in panchina, non bisogna mai dare nulla per scontato.

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