Tracce del principio del veleno per topi, il Bromadiolone, nel sangue di Giulia Tramontano e nei capelli del feto di sette mesi che portava in grembo. È quanto ha accertato l’autopsia della 27enne, uccisa lo scorso 27 maggio dal compagno Alessandro Impagnatiello nel loro appartamento in via Novella a Senago (Milano).

La relazione conclusiva con l’esito degli esami è stata depositata alla Procura e notificata alla difesa di Impagnatiello e al legale che assiste i familiari di Giulia.

Un fatto che lascia ulteriormente sospettare gli inquirenti come la ragazza fosse sottoposta ad avvelenamento da parecchi mesi, oppure che gliene fosse stata somministrata una dose importante nei giorni precedenti all’omicidio, irrobustendo la tesi della premeditazione che la Procura contesta ma è stata rigettata in fase cautelare dalla gip Angela Laura Minerva. La presenza del veleno infatti è da associare anche con una ricerca effettuata sul web da Impagnatiello su come ‘uccidere una persona’ con quel topicida mesi prima della notte dell’omicidio, delle liti con Giulia Tramontano per i tradimenti di lui e di fatto poche settimane dopo aver scoperto della gravidanza

I carabinieri della squadra omicidi del nucleo investigativo di Milano e la pm Alessia Menegazzo, titolare dell’inchiesta per omicidio pluriaggravato, propendono per la prima ipotesi. È emerso che ai primi di gennaio Impagnatiello avesse fatto delle ricerche in internet sugli effetti e i dosaggi del topicida per uccidere una persona

Ricerche meno dettagliate, ma simili, con la chiave ‘veleno per topi’ sono state trovate dal Nucleo investigativo dei carabinieri sui dispositivi di Impagnatiello effettuate anche pochi giorni prima del 27 maggio. Il procuratore aggiunto Letizia Mannella, lontana in queste ore dal suo ufficio al quarto piano di Corso di Porta Vittoria per impegni personali, e la pm Alessia Menegazzo, hanno notificato la relazione autoptica sia ai difensori dell’ex barman 30enne dell’Armani Bamboo Bar ora in carcere, accusato anche di occultamento di cadavere per aver tentato in due momenti di bruciare il corpo e interruzione di gravidanza non volontaria, quanto al pool legale che assiste la famiglia Tramontano guidato dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti.