Venerdì 7 aprile dell’anno 30 viene considerato per convenzione come la data della morte di Gesù Cristo, sebbene non ci siano dati certi. Ci sono cenni relativi a questo significativo avvenimento sparsi nei vari documenti come i Vangeli, che tuttavia sono insufficienti a stabilirlo con precisione. In particolare adesso ci concentriamo sulla versione fornita dal quarto Vangelo, quello secondo Giovanni, che narra la morte di Gesù in maniera assolutamente originale rispetto ai racconti dei tre vangeli sinottici.

Gesù Cristo e l’importanza dei Vangeli

Gesù-Caravaggio
Deposizione, 1602-1604
Musei Vaticani, Roma. PH CREDITS Wikipedia
Gesù. Caravaggio Deposizione 1602-1604 ph credits Wikipedia

Gesù di Nazareth nasce a Betlemme il 7 a.C.. È considerato come il fondatore del cristianesimo, credo che lo considera come il Messia, ossia Dio fatto uomo, figura ancora oggi attesa dalla religione ebraica. Gesù, nel corso nella sua esistenza terrena, si è prodigato come predicatore e guaritore in Galilea e presso la provincia romana della Giudea. Le fonti testuali che ci forniscono informazioni su questa storica figura sono i 4 vangeli canonici, ossia quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi 3 Vangeli sono definiti sinottici e si concentrano sulla predicazione del Regno di Dio da parte di Gesù. Il quarto, quello di Giovanni, invece, approfondisce la questione dell’identità di Cristo con estese digressione di natura teologica. Ulteriori informazioni sulla vita di Cristo sono rintracciabili nel Nuovo Testamento, nello specifico nelle Lettere di Paolo.

La morte di Gesù: il giorno secondo l’ Apostolo Giovanni

La morte di Gesù è avvolta da un alone di mistero, non abbiamo dati certi ed inconfutabili circa gli aspetti temporali. I 4 evangelisti concordano nel sostenere che Gesù sia morto di venerdì durante le festività collegate alla Pasqua ebraica senza indicare l’anno. In questa sede, però, ci concentriamo sulla versione fornita dall’Apostolo Giovanni, nonché autore del quarto Vangelo. Per Giovanni come per gli altri 3 Apostoli, Gesù sarebbe morto e deposto il giorno di preparazione alla festività del sabato secondo la tradizione giudaica, che nella liturgia cristiana corrisponde al venerdì della settimana santa.

Nel suo Vangelo Giovanni scrive dell’ultima cena, ma non la descrive esplicitamente come il rito della Pasqua ebraica. Subito dopo la cena avviene l’arresto di Gesù Cristo e l’avvio del processo che prosegue fino al mattino successivo. Il verdetto lo condannerà alla crocifissione e alla conseguente morte. Il giorno in cui avviene la morte di Gesù è descritto come quello che precede la Pasqua ebraica. L’osservazione che il giorno dopo la morte di Gesù è un grande Sabato è confermata dal fatto che in quell’anno la Pasqua cadesse proprio di sabato. Quindi per Giovanni Gesù è morto il giorno prima.

L’orario della morte

Per quanto riguardo l’ora della crocifissione ci sono due posizioni: secondo il Vangelo di Marco sarebbe avvenuta alle 9 del mattino; secondo il Vangelo di Giovanni sarebbe avvenuta 3 ore dopo mezzogiorno. Tra le versioni dei 2 Apostoli ci sono ben oltre 3 ore di differenza. Secondo Sant’Agostino non c’è incongruenza in quanto Marco si riferisce all’ora della sentenza e non della crocifissione. Gli esegeti del Nuovo grande commentario Biblico, invece, sottolineano che la cronologia di Marco è in contrasto con quella di Giovanni, in quanto Giovanni sostiene che la condanna di Cristo sia avvenuta intorno all’ora sesta, ossia a mezzogiorno, e viene crocifisso dopo questa condanna e la salita al Calvario, mentre Marco sostiene che alle 9 sia avvenuta la crocifissione.

Per loro questa discrepanza cronologica crea numerosi problemi e appoggiano la posizione avanzata da Giovanni. Posizione avallata anche dallo storico John Dominic Crossan e dello storico e teologo cristiano Rudolf Bultmann. Alcuni copisti in futuro hanno tentato di correggere l’incongruenza di Giovanni per conformare il passo a quello di Marco, ma inutilmente. Secondo il Teologo Raymond Brown l’indicazione cronologica fornita da Giovanni risulta quella storicamente più attendibile e sostiene che la maggior parte degli studiosi appoggia la cronologia di Giovanni. Insomma la versione fornita dall’Apostolo Giovanni nel suo Vangelo viene considerata ancora tutt’oggi quella più vicina alla verità. Pertanto oggi il Venerdì, che precede la Pasqua cristiana, viene celebrato come il giorno Santo in cui i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù.

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Elisa Adamo