Ieri il regista spagnolo Pedro Almodóvar ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera tra uno scroscio di applausi nella Sala Grande. Il suo cinema è scandaloso, drammatico, ironico (certe volte esilarante) e sempre sopra le righe: non piace a tutti ma scritto una pagina del cinema internazionale.
Felicissimo e commosso il regista spagnolo che ha commentato durante la premiazione: “Trentuno anni fa qui a Venezia ho avuto il mio battesimo, selezionato con L’indiscreto fascino del peccato piacque al presidente di giuria Sergio Leone e alla giurata Lina Wertmuller ma non vinse nulla, giudicato ‘osceno’ dal festival diretto da Gianluigi Rondi. Mi piace pensare che il Leone alla Carriera sia un atto casuale di giustizia politica, quasi un risarcimento”. Entusiasta anche il direttore della Mostra, Alberto Barbera che commenta:“Il suo è un cinema che parla al cuore di tutti e Almodóvar è il cineasta spagnolo che più di tutti ha saputo articolare la Spagna del post franchismo e rappresentato le donne in modo toccante e unico“.
La sera grande festa esclusiva organizzata da Prada e dalla Warner Bros, nella spettacolare cornice della Scuola Grande della Misericordia a Cannaregio. Tante le persone che hanno partecipato al party tra cui Valeria Golino, Massimiliano Gallo, Rossy De Palma ed Edoardo Leo.
Pedro Almodóvar è stato protagonista anche di una masterclass moderata da Piera Detassis ( presidente dell’Accademia David di Donatello). Nel corso di questo appuntamento tanti temi affrontanti: dal suo cinema e il rapporto con le donne nelle sue pellicole, alla sessualità che è sempre più fluida e molto più accettata, al suo ultimo film Dolore e Gloria.