Venezuela, attentato con droni contro Maduro

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Di Redazione Metropolitan

Sono sei i presunti terroristi arrestati per il fallito attentato realizzato sabato con droni esplosivi contro il Presidente Nicolás Maduro;  lo ha reso noto lo stesso ministro dell interno venezuelano Néstor Reverol.

Il Presidente è incolume,ci sono sette feriti. Sono stati usati droni carichi di esplosivo.

Reverol ha aggiunto che sono stati identificati pienamente gli autori materiali e i mandanti sia all’interno che all’esterno del Paese e che non sono da escludere altri arresti nelle prossime ore. 

Ha precisato: “Abbiamo finora sei terroristi e sicari arrestati e vari veicoli sequestrati “, aggiungendo che sono state eseguite varie perquisizioni in hotel della capitale dove si sono potute raccogliere prove di rilevanza criminale. 

Sette uomini della Guardia nazionale bolivariana  sono rimasti feriti nell’attacco e tre sono ricoverati con prognosi riservata. 

Il Ministro ha indicato che uno degli arrestati aveva un ordine di cattura per collegamenti con l assalto del forte militare Paramacay e che un secondo era già stato arrestato nel 2014 per aver partecipato alle guarimbas. 

“Questo è stato un tentativo di uccidermi. Oggi hanno cercato di assassinarmi”: commenta così l accaduto in un discorso alla nazione il presidente del Venezuela Nicolás Maduro che ammette di essere scampato ad un attentato alla sua vita durante la parata militare a Caracas in occasione dell 81esimo anniversario della creazione della Guardia Nazionale.  Maduro ha subito attribuito l attentato all’estrema destra venezuelana in collaborazione con cospiratori a Miami e Bogotà.

Una rivendicazione è giunta all agenzia di stampa Ap da parte di un quasi sconosciuto che si fa chiamare «Soldati in t-shirt»;  in un tweet il gruppo ha reso noto di voler colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo.

Il capo dello stato venezuelano ha inoltre sostenuto che alcuni dei finanziatori dell attacco si trovano a Miami augurandosi che il presidente Trump «sia disposto a combattere i gruppi terroristici».

Le immagini in diretta tv mostrano Maduro mentre parla al paese: improvvisamente si sente un rumore in lontananza, alla destra del palco si vede un soldato cadere a terra; le telecamere si spostano poi sulla parata militare e qualche attimo dopo i soldati rompono le righe e corrono al riparo. 

Sui social circolano anche foto che mostrano un incendio scoppiato in un palazzo, conseguenza, secondo alcuni, di una delle esplosioni.

Subito dopo arriva un tweet del presidente Maduro: «Dio e il popolo sono con noi, sono sicuro che in Venezuela trionferà la pace,fino alla vittoria, sempre!». 

«Un tentato omicidio che è un delitto di lesa umanità»: così il presidente della Bolivia Evo Morales commenta sui social l’attentato fallito, condanna l’aggressione e twitta la propria solidarietà. Continua su Twitter: «La nostra solidarietà. Forza fratello presidente Maduro e popolo bolivariano». 

Anche Cuba mostra solidarietà tramite il presidente Diaz; il leader ha espresso appoggio incondizionato a Maduro, al governo e all’Unione civico militare del popolo bolivariano e chavista.
Francesca Ricciuti