Senza indugi e senza essersi consultato con gli altri paesi Donald Trump si dice pronto ad attaccare Nicolas Maduro nel caso non ristabilisca la democrazia in Venezuela, con il rischio di una vera e propria guerra

Scenari pericolosi e sconfortanti si profilano all’alba delle ultime dichiarazioni di Donald Trump sulla questione del Venezuela.
Dopo che da più fronti sono pervenute nelle ultime settimane incessanti richieste di un intervento internazionale per riportare democrazia e pace nel Venezuela devastato dal governo di Nicolas Maduro, Donald Trump, non insolito ad azioni di questo genere (come fa spesso anche il dittatore coreano Kim Jong-un), si è fatto avanti di prima persona.

Abbiamo molte opzioni per il Venezuela. È nostro vicino. Abbiamo truppe in tutto il mondo, in luoghi molto, molto lontani. Il Venezuela non è molto lontano e la gente sta soffrendo e morendo. Abbiamo molte opzioni per il Venezuela, ivi compresa una possibile opzione militare se è necessaria” – ha dichiarato il presidente americano durante un incontro con segretario di stato Rex Tillerson e l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley.

Nulla si sa su cosa intenda Trump quando parla di possibile azione militare se necessaria. Una guerra? Delle truppe americane per garantire il rispetto dei diritti fondamentali ormai limitati in Venezuela? Un sostegno diretto alla popolazione, buona parte ormai in stato di povertà visto il collasso del mercato venezuelano e il tasso di inflazione?

Qualunque sia il significato, certo un soggetto come Nicolas Maduro, capace di arrivare alle persecuzioni messe in atto negli ultimi mesi, e di molto altro ancora visti i disegni egemonici di cui si fa portatore, non starà con le mani in mano ad aspettare. Anzi, il rischio che l’aspirante dittatore e l’imprenditore miliardario possano veramente lasciarsi ai propri istinti e scendere tanto in basso da scatenare una guerra è purtroppo verosimile.

A criticare apertamente le parole di Donald Trump è il ministro della Difesa venezuelano, pro Maduro, Vladimir Padrino: «Con questa elite estremista al potere negli Stati Uniti, chi può sapere cosa accadrà al mondo?».

Intanto il presidente americano ha respinto l’ipotesi di un confronto telefonico con Nicolas Maduro finché egli non farà un passo indietro e non ristabilirà un regime democratico: “Gli Stati Uniti sono al fianco del popolo del Venezuela di fronte alla continua oppressione del regime di Maduro. Il presidente Trump sarà lieto di parlare con il leader del Venezuela non appena la democrazia sarà stata restaurata in quel Paese” – ha fatto sapere la Casa Bianca con un apposito comunicato.

Probabilmente passerà ancora molto tempo senza che i due si parlino, sempre che la comunità internazionale non voglia sedersi ad un tavolo comune per decidere cosa fare,magari un’azione razionale, pensata e condivisa…insomma non come quella proposta da Donald Trump, che avrebbe comunque senso in extrema ratio, sempre se compiuta da un esercito anche esso internazionale.

Lorenzo Maria Lucarelli