Cronaca

Verona, costretta ad abortire dai genitori – “Mi hanno legata a un letto, sedata e hanno ucciso il mio bambino”

“Mi hanno legata a un letto, sedata e hanno ucciso il mio bambino’’. Farah, studentessa pakistana di 19 anni, costretta ad abortire, ha provato a chiedere aiuto tramite messaggi whatsapp alle sue compagne di classe e al suo fidanzato.

Una storia difficile quella di Farah, rimasta incinta del fidanzato, suo coetaneo con il quale aveva deciso di tenere il bambino e costretta a Gennaio dai suoi genitori a tornare in Pakistan con la scusa del matrimonio del fratello.

Al suo arrivo però non è stato così : è stata segregata in casa, legata e sedata in un letto e con l’aiuto di un medico del posto è stata costretta ad abortire.

Dalle testimonianze dei suoi compagni di classe, il rapporto tra lei e i suoi genitori non era del tutto sereno, l’anno scorso, infatti, avrebbe denunciato il padre per maltrattamenti ed è stata poi ospitata in una struttura protetta. La giovane aveva aderito al Progetto Petra che si occupa della violenza sulle donne.

Citando un episodio simile,  ricordiamo la terribile vicenda di Sana, la 25enne di Brescia uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello perché voleva sposare il ragazzo di cui si era innamorata in Italia. (Click per articolo intero)

Sulla base della segnalazioni si è attivata la Digos della questura scaligera ma la giovane sarebbe ancora in Pakistan.  La farnesina denuncia ‘Grave episodio’ . “L’Italia difende con forza e in ogni circostanza il rispetto dei diritti umani e delle libertà e i diritti fondamentali sulla base della parità di uomini e donne”, conclude.

Veronica Pucci

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