Sempre piu’ spesso capita che testate giornalistiche online, in cerca di facili click con cui valorizzare i propri inserti pubblicitari, cerchino in ambito scientifico il titolo di facile impatto ma completamente privo di qualsiasi legame con la realta’. A seguito della recente attivita’ sismica in Campania molte se ne sono lette circa il Vesuvio, molte con tono allarmistico, e talune con tono decisamente catastrofistico. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

L’Osservatorio Vesuviano a seguito del panico mediatico scatenatosi dopo la scossa di terremoto di ieri ha dovuto confezionare questo comunicato di emergenza il giorno 01/12/2018 alle 23:50:

A seguito di infondate, errate ed allarmanti notizie apparse su diversi canali social circa la recente attività sismica del Vesuvio si precisa che i terremoti che si stanno verificando al Vesuvio in questi giorni rientrano nella normale attività sismica del vulcano nel suo attuale stato dinamico che si configura in un Livello di Allerta Base. Brevi periodi di maggiore sismicità sono avvenuti altre volte negli ultimi anni e pertanto non costituiscono una situazione anomala. Dai dati di tutte le reti di monitoraggio non si evidenzia alcun cambiamento dello stato di attività del Vesuvio, come si può verificare dalla lettura dei Bollettini Mensili”

Il vesuvio, tra pericolo e predittivita’

Il Vesuvio è un vulcano attivo, anche se è dal 1944 non sta eruttando. Non entriamo ora nella questione del se, quando – e soprattutto come – potrebbe avvenire la prossima eruzione (è difficile fare delle previsioni, specialmente per il futuro, come diceva Niels Bohr). Sappiamo comunque che il Vesuvio è un vulcano di tipo piuttosto pericoloso. I suoi magmi appartengono infatti alla serie potassica: si tratta di un chimismo abbastanza raro, ma purtroppo ci sono molti vulcani di questo tipo nelle posizioni più alte della classifica dei cattivi (ad esempio Tambora, Rabaul, Vesuvio, Campi Flegrei). Purtroppo i vulcani potassici sono “pochi ma buoni”.

Sappiamo che una eruzione del Vesuvio sarà anticipata dalla variazione di una serie di parametri. Oggi questi parametri si monitorano continuamente, sebbene non si sappia “quanto tempo prima” questi fenomeni si presenteranno.

La sismicità, di cui si parla in questi giorni, è proprio uno di questi: un vulcano che sta per eruttare esprime un tremore sismico con caratteristiche ben precise. Queste però sono ben diverse dalla sequenza in atto in questi giorni sia come frequenza che come distribuzione delle scosse.

Prendiamo il grafico preso dal rapporto di ottobre 2018 prodotto dall’Osservatorio Vesuviano: tra novembre 2017 e ottobre 2018 ci sono stati sotto il Vesuvio oltre 30 eventi con M superiore a 1.5, 5 dei quali hanno avuto una M compresa fra 2.0 e 2.5

Niente quindi di così strano quindi sta succedendo in questi giorni dal punto di vista sismico.

Altri Parametri

Oltretutto la sismicità non è l’unico parametro di cui tenere conto quando si paventa una eruzione. Mentre un terremoto arriva in genere senza avvisare, prima di una eruzione gli strumenti di sorveglianza noterebbero intorno ad un vulcano dei cambiamenti in diversi altri parametri. Ad esempio nelle caratteristiche delle fumarole, nelle quali si vedranno alcune tracce della iniezione di nuovo magma nella camera magmatica (o anche in zona ancora più vicina alla superficie). In pratica osserveremmo un aumento della temperatura e una decisa modifica della loro composizione.

Un altro parametro importante saranno le deformazioni del terreno che verranno prontamente rilevati dai vari sensori. Ce ne sono diversi tipi, ad esempio inclinometri che misurano appunto cambiamenti nell’inclinazione del terreno.

Ma come per lo studio delle frane, oggi una buona parte del monitoraggio delle deformazioni viene fatto con l’ausilio dei satelliti. Sul Vesuvio e nei dintorni sono istallate delle stazioni dotaste di sensori GPS, in grado fornire delle variazioni millimetriche non solo della loro posizione, ma anche della loro quota. I dati degli spostamenti di queste stazioni negli ultimi mesi non evidenziano deformazioni del suolo imputabili a fenomeni vulcanici.

Le nuove tecnologie ed il loro impatto nelle predizioni

In futuro immagino si useranno sempre di più anche i dati dei radar interferometrici: la Regione Toscana è la prima al mondo che ha realizzato un monitoraggio continuo e permanente del suo territorio in collaborazione con il dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Firenze e in un prossimo futuro è probabile che siano a disposizione questi dati per tutto il territorio italiano (vulcani compresi).

L’eruzione del 1944 vista da un aereo [fonte immagine: Wikipedia]
Quindi la sismicità è una componente essenziale delle caratteristiche di un vulcano, ma non è la sola. Non ci si può basare solo su di essa per studiare un vulcano e soprattutto dedurre che ci sia il rischio di una prossima eruzione. Nessun addetto ai lavori è stato infatti minimamente turbato dagli ultimi eventi sismici.

Il Bollettino informativo

Questi giorni sono però un po’ particolari, perché tra fine di un mese e l’inizio del successivo. Siamo infatti nel momento più lontano dalla emissione di un bollettino informativo mensile. Aspettiamo quindi con curiosità il bollettino di novembre per vedere se a questa crisi sismica corrisponda qualche riflesso negli altri parametri monitorati, anche la cosa mi pare altamente improbabile.

Sicuramente a tutto il mese di ottobre la strumentazione non ha notato deformazioni riconducibili a cause vulcaniche. Inoltre non sono stati evidenziate variazioni significative alle fumarole presenti sul bordo e sul fondo del cratere.

Questo quadro è rimasto stabile anche a novembre. Ne siamo certi perché se all’Osservatorio Vesuviano ed al Dipartimento della Protezione Civile avessero avuto sentore di un cambiamento nel comportamento del vulcano ci sarebbe stato come primissimo provvedimento l’innalzamento a “giallo” del livello di attenzione. Questo avrebbe portato alla diffusione di bollettini di attività a cadenza settimanale. Non avremmo quindi dovuto essere qui ad aspettare quello di novembre. Ad oggi, invece, l’allerta rimane “verde”. 

Attivita’ sismica degli ultimi 12 mesi della zona attorno al vesuvio. [fonte grafico: Osservatorio vesuviano – report di ottobre 2018]
Ma quindi perche’ tutto questo vociare?

Insomma, il cancan di questi giorni è dovuto essenzialmente a due fattori:

  1. molta gente ha parlato o scritto senza avere la cultura necessaria di base per farlo
  2. come al solito, nella guerra del click, più le notizie sono esagerate o prefigurano scenari devastanti, più i loro siti sono visitati.

Se ci fosse in chi abita intorno al Vesuvio un grado di consapevolezza più elevato su cosa sia il vivere intorno ad un vulcano potenzialmente pericoloso come questo il tono delle pubblicazioni e dei commenti sui social sarebbe ben diverso.

Ciò non toglie che vivere sul Vesuvio non sia una grande idea, a parte per la bellezza dei luoghi.

 

link utili:

Il Difficile Rapporto con i Vulcani – Aldo Piombino

Aldo Piombino