Siamo ormai nel 2019 e da tempo immemore i videogiochi ci regalano splendidi momenti indelebili sia per gli occhi che per le orecchie, ma sarebbe corretto definirli una forma d’arte? Che cosa stabilisce se quella determinata opera può essere considerata arte?
Se pensiamo a una tela bianca sulla quale vengono poi sparpagliati colori a caso, parliamo di arte moderna quando, per esempio, per me quella non è arte, ma questo è un parere soggettivo, eppure oggettivamente, lo è. Se invece prendiamo un’opera composta da pixel che si muovono grazie ad un motore grafico, dove il tutto viene valorizzato da suoni e colori e dove chi usufruisce di quest’ultima non deve solo limitarsi a guardare o ad ascoltare, ma può anche interagire non otteniamo forse una tela digitale su cui è stato dipinto un quadro che crea una connessione diretta tra l’opera e l’utente?
Pensando agli artisti più famosi spicca subito una cosa e cioè che le loro opere rimangono immortali e conosciute anche dopo anni che i loro creatori sono scomparsi, così come dopo anni restano immortali giochi come Pong, Tetris e PacMan. Il videogioco è un’opera d’arte perché come tale viene trattato. Quanti davanti ad un quadro dicono che è bello pur non sapendo niente sull’arte? E quanti davanti ad un videogioco dicono che è bello pur non sapendo cosa siano il comparto tecnico, sonoro, grafico e artistico? Tante, tantissime persone e lo fanno semplicemente perché anche nella loro “ignoranza” quel determinato quadro o videogioco gli ha trasmesso qualcosa nella sua totalità perché quella determinata persona possa aver espresso il suo parere.
Ma ecco che arriva quello che è cresciuto a Picasso e vino a dirti che il videogioco non è arte, quando in vita sua non ha mai toccato un controller, però se tu ti permetti di dire che quel quadro da lui tanto amato non è arte, è immediatamente pronto a criticarti e a dirti che non ne capisci niente quando lui due minuti prima ha fatto la stessa cosa. Tra non intenditori ci si intende.
La differenza è solo che la pittura è una forma d’arte riconosciuta, mentre il cell shading no. Viene considerata arte anche quella cinematografica e perché? Per la regia? Per gli effetti speciali? Per la bravura degli attori nel recitare la loro parte? Tutte queste cose sono presenti anche nei videogiochi già da un bel po’ di tempo.
Pensiamo al motion capture, dove dei veri attori recitano per poi essere digitalizzati, alla regia ineccepibile di capolavori come i recenti God Of War e Red Dead Redemption 2 e al doppiaggio di comprimari e non. Se viene definita arte dei disegni che si muovono, la si può definire tale anche quando questi disegni sono solo un insieme di pixel, pixel che prendono vita.
Quindi un’opera d’arte è qualcosa di indelebile creata dall’artista che per sempre ricorderà il suo passaggio ai posteri, è l’impronta indelebile che quella persona ha lasciato nella sua vita e che nemmeno il mare può cancellare, perché è l’arte che è destinata a vivere mentre l’artista è destinato a morire.
A cura di Andrea Forti
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