Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria dal 2010, dieci giorni fa ha firmato una nuova legge che vieta riferimenti a orientamenti sessuali diversi da quello etero nei materiali per minori. Quindi una legge che, come affermato dallo stesso Orbàn, serve a tutelare i bambini dalla pedofilia

Viktor Orban ha firmato una legge che tutela i minori dalla pedofilia ma in realtà sembra più contro i diritti LGBT+

In realtà questa motivazione non sembrerebbe poi essere così reale, o meglio, non sembrerebbe essere la principale motivazione perché appunto, vieta la rappresentazione di qualsiasi orientamento sessuale diverso da quello etero in tutti i contenuti destinati ai minori. Sembrerebbe dunque essere più una legge anti LGBT+ in quanto sono vietate anche tutte le informazioni sulla riassegnazione del sesso e che “promuovono la deviazione dell’identità di genere” anche nei film, nei contenuti tv e nelle pubblicità. Secondo alcuni potrebbero essere mostrati in seconda serata o vietati ai minori anche serie tv come Friends o film come Billy Elliot e Harry Potter, in cui si parla di omosessualità.

Intanto, tutta l’Unione Europea, con a capo la Von der Leyen che ha definito la legge una vergogna, si è schierata contro Orban. La risposta del premier ungherese ai paesi che lo attaccano: “Non abbiamo una legge conto l’omosessualità in Ungheria. Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. E’ sempre meglio leggere prima e poi reagire. Non si tratta di omosessualità” e specifica che “sono un combattente per la libertà, ho combattuto durante il regime comunista per la libertà, difendo i diritti degli omosessuali ma questa legge non li riguarda, riguarda le famiglie, come i genitori vogliono educare i loro figli“.

La lettera firmata dai 16 capi di governo

Ieri ben 16 capi di governo, tra cui anche il presidente Mario Draghi, hanno firmato una lettera, pubblicata da Palazzo Chigi su Twitter, destinata alla presidente della commissione Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e ad Antonio Costa per il semestre di presidenza portoghese: “L’odio, l’intolleranza e la discriminazione non hanno posto nella nostra Unione. Ecco perché, oggi e ogni giorno, sosteniamo la diversità e l’uguaglianza Lgbti in modo che le nostre generazioni future possano crescere in un’Europa di uguaglianza e rispetto” questo il commento di Palazzo Chigi nel tweet.

In occasione della celebrazione del Pride day il 28 giugno, alla luce delle minacce ai diritti fondamentali e in particolare al principio di non discriminazione in base all’orientamento sessuale, esprimiamo il nostro attaccamento ai nostri valori fondamentali comuni sanciti dall’articolo 2 del trattato dell’Unione europea” così inizia il testo firmato dai primi ministri di Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia.

Il presidente del Parlamento europeo, David Maria Sassoli, nel suo intervento ha esposto la sua grande preoccupazione per la rispettabilità e la credibilità dell’Unione Europea a causa della scelta ungherese: “La discriminazione, sia essa razziale, religiosa, basata sull’orientamento sessuale o altro, è incompatibile con i valori fondamentali dell’Ue. Ecco perché siamo preoccupati delle recenti iniziative legislative intraprese in Ungheria. Nessuna tradizione o altra cosiddetta specificità culturale può giustificare il mancato rispetto della dignità umana“.

Macron e Rutte: “Ungheria fuori dall’Ue”. Draghi: “Spetta alla Commissione stabilire se l’Ungheria viola o no il Trattato”

Anche Macron, dalla Francia, è rimasto molto deluso dalle scelte di Orban e per questo si augura che l’Unione possa attuare delle sanzioni nei confronti dell’Ungheria: “I nostri valori dell’Ue si fondano sul rispetto della dignità di ciascuno, e perciò la lotta contro le discriminazioni e nessuna debolezza a questo riguardo, che mettono in pericolo lo stato di diritto. Avremo una discussione tra Stati membri, sarà franca, e ferma. E mi aspetto che le istituzioni Ue, a nome di tutti e dei nostri principi, mettano in atto le procedure previste“.

E’ dello stesso avviso anche il primo ministro olandese Mark Rutte che si aspetta che l’Ungheria venga messa alla porta: “Per me, l’Ungheria non ha più posto nell’Ue. Orban abroghi la legge oppure lasci l’Unione“. Il problema è che Viktor Orban non ha intenzione di abrogare la legge, che tra l’altro è già entrata in vigore, e non ha nemmeno voglia di lasciare l’Unione Europea.

Anche il presidente Mario Draghi ha detto la sua al primo ministro ungherese riguardo la vicenda: “Guarda che questo trattato, sottoscritto anche dall’Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del trattato stesso. Ora spetta alla Commissione stabilire se l’Ungheria viola o no il Trattato“.

Intanto, come specifica Agi, la Comssione europea si è mossa per via legali e, entro il 30 giugno, l’Ungheria dovrà dare spiegazioni, chiarimenti e informazioni sulla legge che dovrebbe essere contro la pedofilia ma che in realtà sembra più contro i diritti LGBT+.